La polizia non dimentica l’eroe Emanuele Petri
Emanuele Petri, sovrintendente capo della polizia, è stato assassinato in un agguato di matrice terroristica, su un treno regionale sulla tratta Roma – Firenze, all’altezza di Castiglion Fiorentino il 2 marzo 2003
La polizia non dimentica Emanuele Petri, il sovrintendente capo assassinato il 2 marzo 2003 in un agguato di matrice terroristica, su un treno regionale sulla tratta Roma – Firenze, all’altezza di Castiglion Fiorentino.
Nella mattinata di sabato 2 marzo cerimonia alla stazione di Castiglion Fiorentino e al cimitero di Vernazzano. Presenti la famiglia Petri le autorità. Il questore di Perugia, Fausto Lamparelli, e il sindaco di Tuoro sul Trasimeno, Maria Elena Minciaroni, hanno deposto due corone d’alloro sulla tomba di Emanuele Petri.
“Dopo la deposizione e la benedizione da parte del cappellano della Questura, frate Rosario Gugliotta, è stata celebrata una Santa Messa in suffragio, officiata dal oarroco della Chiesa di Santa Maria Maddalena a Tuoro sul Trasimeno, Don Marco Cappellato”, aggiunge la Questura. La cerimonia ha visto la presenza anche di una rappresentanza di allievi vice ispettori dell’Istituto per Sovrintendenti “Rolando Lanari” di Spoleto.
Il sacrificio di Emanuele Petri
Emanuele Petri, scrive la Questura di Perugia, “è stato assassinato in un agguato di matrice terroristica, durante l’espletamento del servizio, su un treno regionale sulla tratta Roma – Firenze, all’altezza di Castiglion Fiorentino il 2 marzo 2003. Sul treno, il Sovrintendente, insieme ai colleghi Fortunato e Di Fonzo procedeva al controllo delle generalità di due passeggeri, I due, un uomo e una donna, esibivano due carte d’identità apparentemente valide, poi risultate rubate e contraffatte; notate delle incongruenze Emanuele comunicava i nominativi dei passeggeri alla sala operativa per i riscontri, avvicinandosi ai colleghi senza distogliere l’attenzione dai due passeggeri avendo intuito che qualcosa non andava. In quel frangente, l’uomo estraeva una pistola e la puntava al collo di Petri, intimando agli altri due operatori di consegnare le armi. Sebbene sotto la minaccia di una pistola i poliziotti cercavano di sopraffare i due. Ne nasceva una violenta colluttazione con l’esplosione di alcuni colpi uno dei quali colpiva Petri a morte. La donna tentava di sparare al poliziotto, non riuscendoci. Nonostante i tragici avvenimenti Bruno Fortunato e Giovanni Di Fronzo riuscivano a bloccare e ammanettare i due. Giunti a Castiglion Fiorentino altri poliziotti prendevano in consegna i malviventi, poi identificati come Mario Galesi e Nadia Desdemona Lioce, mentre nello scalo ferroviario veniva accolto il corpo senza vita di Emanuele”.
Il 9 maggio 2015 è stata conferita alla sua memoria la medaglia d’oro al valor civile.
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