Mostro di Firenze: Nuovo mistero sui reperti. Spunta la tenda di Salvatore Vinci
FIRENZE – Mostro: nuovo colpo di scena. Quella che si trova tra i reperti dell’infinita, e tutt’ora fitta di misteri, inchiesta sui delitti del mostro non è la tenda dove vennero uccisi Nadine Mauriot e Jean Michel Kraveishvili fra il 7 e l’8 settembre 1985.
La tenda che spuntò fra i reperti esaminati il 30 gennaio 2024 davanti alla Corte di Assise di Firenze su richiesta dei familiari delle due vittime francesi (che cercavano in particolare un rullino fotografico) apparteneva a Salvatore Vinci, tra i primi a finire sotto inchiesta per i delitti del Mostro e al centro della cosiddetta pista sarda, all’epoca sospettato di essere il serial killer.
Jean Michel, 25 anni, e Nadine, 36 anni, furono l’unica coppia aggredita in una tenda, a differenza di tutte le altre, prese di mira mentre erano appartate in auto. Si trattò dell’ultimo delitto attribuito al misterio Mostro di Firenze.
La scoperta, secondo quanto riportato da alcuni quotidiani, è stata fatta dai pubblici ministeri Ornella Galeotti e Beatrice Giunti, titolari dei fascicoli pendenti riguardanti il Mostro. I due magistrati hanno cominciato un lavoro di archiviazione di atti e reperti dei duplici omicidi. Un lavoro tutt’altro che semplice, vista la mole di materiale e la sua ubicazione in varie sedi. A tal proposito, le due pm sono state recentemente in questura, dove è stato da poco traslocato l’ex archivio del Gides di Michele Giuttari.
Chi si aspettava una svolta da quel telo, intonso e senza fori di proiettili o tagli, è rimasto deluso. Il plico che lo conteneva reca una data di archiviazione del dicembre 1986 e il numero del procedimento a carico di Vinci. Il 28 novembre precedente, Salvatore Vinci, indagato per il mostro, venne perquisito su ordine del giudice Mario Rotella.
Vinci era in carcere con l’accusa di omicidio della moglie Barbarina Steri: al processo, a Cagliari, venne assolto, come anche l’inchiesta sulla pista sarda si concluse con l’archiviazione. Poco dopo Vinci, sempre con l’alone di mostro addosso, sparì. E ancora oggi, il suo destino resta uno dei misteri dentro al mistero più fitto d’Italia. Non è chiaro cosa abbia provocato il fraintendimento, se alla base ci sia stato un errore di catalogazione (ma secondo alcune fonti sullo scatolone che custodiva il reperto era scritto proprio il nome di Vinci) o una svista.
Il rinvenimento della tenda, in uno dei due contenitori esaminati, era stato reso noto dagli stessi avvocati dei familiari delle vittime francesi, al termine dell’udienza in Corte d’Assise dello scorso 30 gennaio. Alle operazioni avevano partecipato anche gli avvocati Valter Biscotti e Antonio Mazzeo, per conto dei parenti del postino Mario Vanni: “La cosa interessante è che la tenda non presenta tagli”, affermarono i due legali, con riferimento alla testimonianza dell’altro compagno di merende Giancarlo Lotti, secondo cui Vanni tagliò la tenda con un coltello.
Un sospetto subito caduto, visto che la tenda sequestrata a Scopeti risulta regolarmente custodita negli uffici della Procura. Un oggetto di fondamentale importanza, peraltro, a cui è legato l’ultimo colpo di scena dell’inchiesta: nel 2018 i carabinieri controllarono la tenda e i cuscini, riuscendo a scoprire la parte anteriore di un proiettile conficcata proprio in un cuscino. Erano stati disposti anche alcuni accertamenti scientifici, a caccia di campioni biologici, ma la svolta non era arrivata.
La vicenda s’intreccia con la battaglia legale ingaggiata dai parenti di Nadine e Jean Michel, che da tempo chiedono la restituzione di quanto sequestrato all’epoca. L’obiettivo principale sono proprio le foto, la cui esistenza, secondo la ricostruzione dell’avvocato Vieri Adriani, è citata nel verbale dell’11 settembre del 198,5 ma anche in quello con cui i carabinieri, nel 2015, avevano trasmesso all’Ufficio corpi di reato diversi reperti tra cui “16 diapositive” e “un pezzo di pellicola”.
I parenti delle ultime vittime del mostro avevano chiesto, inoltre, la restituzione di alcuni appunti scritti a penna e di altro materiale sequestrato tra l’11 e il 12 settembre 1985 nell’auto della coppia.
Mostro di Firenze: nuovo mistero sui reperti, spunta la tenda dell’indagato Salvatore Vinci