Mostro di Firenze: taglia da 1 milione di dollari sulla Beretta calibro .22
Il caso dei delitti del Mostro di Firenze resta ancora un mistero fitto. Certo, sono delle sentenze passate in giudicato, ma la verità giudiziaria sembra molto lontana dalla verità storica. Anche perché, come spiega Giacomo Brunoro, direttore editoriale di LA CASE Books, restano ancora troppe zone grigie:
“in sintesi lo Stato Italiano ha condannato Vanni e Lotti come complici di Pacciani, mentre Pacciani è stato assolto perché “il fatto non sussiste” (morirà poi in circostanze mai chiarite in attesa di giudizio). Tutto scritto nero su bianco, tanto che per giustificare la condanna a Vanni e Lotti i giudici dissero di cercare il famigerato “secondo livello”, i mandanti. Sono seguiti decenni di indagini e di processi, ma del secondo livello non è mai spuntata nessuna traccia. Niente. Tutte le persone coinvolte sono state assolte: zero condanne. Zero prove”.
Una situazione a dir poco paradossale dato che stiamo parlando del caso di Cronaca Nera più grave della storia italiana, un unicum a livello internazionale. Oggi la storia del Mostro di Firenze continua a esercitare un’attrazione enorme tra gli appassionati, tanto che negli anni sono nati addirittura i “mostrologi”, veri e propri studiosi che hanno prodotto contributi importantissimi sul caso.
Un caso da riaprire
“La Mostrologia, così come viene chiamata oggi, è diventata qualcosa con cui è obbligatorio confrontarsi se si vuole capire il caso” continua Jacopo Pezzan, General Manager di LA CASE Books. “Parlo di studiosi come Francis Trinipet, Valerio Scrivo, Enrico Manieri, Paolo Cochi, Valeria Vecchione, Francesco Cappelletti e tanti altri che hanno fatto un lavoro incredibile. Eppure siamo lontani da una verità condivisa. La magistratura e lo Stato italiano hanno alzato un muro di gomma a difesa delle sentenze, com’è ovvio in casi del genere. Ma anche chi è crede nella colpevolezza dei compagni di merende riconosce che le sentenze sono a dir poco lacunose. Oltre al fatto che, se la verità giudiziaria è corretta, allora si deve trovare il secondo livello, perché questo è quello che hanno scritto i giudici. E allora chi sarebbero questi presunti mandanti?”
“Noi siamo convinti che sia imprescindibile ritrovare la Beretta Calibro .22 con cui il Mostro ha ucciso le sue vittime” aggiunge Giacomo Brunoro. “La pistola con cui sono stati commessi gli 8 duplici omicidi attribuiti al Mostro di Firenze (per quanto ci siano polemiche relative al caso del ’68) resta l’unico punto certo di tutta questa storia. Noi crediamo ai fatti, alle cose concrete e a tutto ciò che è quantificabile. Siamo quindi convinti che per poter riaprire il caso sia indispensabile mettere le mani sulla Beretta calibro .22 che rappresenta la vera firma del Mostro di Firenze. Per questo abbiamo deciso di mettere una taglia sul Mostro, anzi sulla pistola del Mostro”.
Taglia da 1 milione di dollari
LA CASE Books offre una ricompensa di 1 milione di dollari a chi fornirà prove certe che premetteranno di identificare e ritrovare l’arma utilizzata dal Mostro di Firenze. La ricompensa verrà consegnata soltanto dopo che verrà ritrovata la Beretta Calibro .22 e dopo che verrà dimostrato oltre ogni possibile dubbio che si tratta dell’arma utilizzata negli 8 duplici delitti attribuiti al serial killer chiamato Mostro di Firenze.
“Ci rendiamo conto che molto probabilmente si tratta di una missione impossibile”, conclude Brunoro. “Dopo tutti questi anni la pistola potrebbe essere andata distrutta, o magari è rovinata al punto da non poter essere identificabile. Noi però vogliamo tenere alta l’attenzione sul caso, vogliamo credere che da qualche parte lì fuori ci sa ancora quella maledetta Beretta Calibro .22. Vogliamo poter scrivere la parola fine su questa storia nera che perseguita gli incubi degli italiani da più di 50 anni”.
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