Mostro di Firenze, richiesta di revisione. Taglio o strappo sulla tenda? Gli accertamenti, 39 anni dopo
L’istanza dei legali del nipote di Mario Vanni per l’analisi della canadese in cui vennero aggrediti i francesi. Dopo il test sulle larve, potrebbe rivelarsi un ulteriore elemento contro le dichiarazioni di Giancarlo Lotti
Stefano Brogioni
Firenze, 13 settembre 2024 – Dopo la retrodatazione dell’omicidio, secondo un esperimento compiuto da due big dell’entomologia forense, il prossimo tassello della richiesta di revisione della condanna all’ergastolo di Mario Vanni che stanno preparando gli avvocati Antonio Mazzeo e Valter Biscotti per conto del nipote del defunto postino di San Casciano, sta nell’analisi della tenda in cui il mostro, nel settembre del 1985, sorprese Nadine Mauriot e Jean Michel Kraveichvili.
Come nel caso della collocazione temporale del delitto, avvenuto la sera di domenica 8 settembre secondo la ricostruzione ufficiale e stando ai racconti di Giancarlo Lotti, anche in questo caso i legali puntano a smentire le dichiarazione del testimone-imputato: e cioè che la canadese dei francesi sia stata tagliata da Vanni con un coltello.
L’accertamento che il pool difensivo ha richiesto alla procura consiste proprio nell’analisi, da affidare a esperti in tessuti, di quella rottura. Il sospetto degli avvocati è che si tratti di uno strappo, forse addirittura antecedente al momento del duplice omicidio, ma comunque non del taglio di una lama.
Per confortare questa tesi, i legali avevano chiesto anche di ottenere le fotografie che erano contenute nella macchina fotografica della coppia: in uno di quei 17 scatti, avrebbe potuto esserci un’immagine che documentava le condizioni della tenda piantata a Scopeti.
Quelle foto non sono state trovate tra i reperti, almeno per ora. Vieri Adriani, un altro avvocato che si sta impegnando per una riapertura del caso, ha avviato una propria ricerca per capire dove possano essere finite e ha scoperto che all’epoca il rullino dentro la ’Nikon’ era stato preso dai carabinieri e portato al fotografo di San Casciano, che aveva a sua volte sviluppato delle diapositive riconsegnate agli inquirenti.
La canadese dei francesi nel 2015 è stata analizzata dal genetista Ugo Ricci, che ci ha cercato tracce di dna dell’assassino, invano.
Ora, la tenda potrebbe tornare di nuovo sotto i riflettori: l’ufficio, diretto dal procuratore Filippo Spiezia, pare intenzionato ad assecondare questa richiesta. Anche questa verifica va nella direzione della richiesta di revisione che Mazzeo e Biscotti intendono depositare a Genova entro la fine dell’anno. L’esperimento entomologico compiuto alla piazzola di Scopeti dai superconsulenti Fabiola Giusti e Stefano Vanin, costituirebbe una nuova prova, considerato che la scienza in questione non era neanche presente nell’anno del delitto di Scopeti.
Ma c’è fermento anche su un altro fronte: alla vigilia del cinquantesimo anniversario del duplice omicidio di Rabatta (14 settembre 1974), Adriani, per conto della cugina di Stefania Pettini, chiederà al Comune di Borgo San Lorenzo di congelare l’estumulazione dei resti della vittima della calibro 22 in vista di una possibile richiesta di riesumazione finalizzata alla ricerca di dna dell’assassino sul corpo (in particolare sotto le unghie della donna).
I servizi cimiteriali di Borgo (che donò il loculo alla famiglia in segno di solidarietà) entro l’anno hanno infatti in programma la rimozione dei resti della tomba, pratica che si espleta dopo 50 anni. La madre di Stefania, scomparsa anni addietro, aveva inoltre espresso il desiderio che i suoi resti venissero ricongiunti a quella della figlia.
https://www.lanazione.it/firenze/cronaca/mostro-firenze-indagini-tbc5cqm9