Mostro di Firenze, riesumati i resti di Francesco Vinci: esami sul dna del sospettato per la «pista sarda»

Simone Innocenti e Valentina Marotta

Nel cimitero di Montelupo Fiorentino riesumati i resti di Francesco Vinci, sospettato di essere il mostro di Firenze» e poi scagionato: fu trovato morto il 7 agosto 1993 nel bagagliaio di una Volvo 240 nelle campagne pisane. La famiglia ipotizza che possa essere vivo

Poco dopo l’alba di venerdì 27 settembre sono stati riesumati i resti di Francesco Vinci, sospettato di essere il “mostro di Firenze” e poi scagionato da quella terribile accusa. 

I carabinieri hanno recuperato nel cimitero di Montelupo Fiorentino l’urna contenente le ossa del sardo di Villacidro (Cagliari), trovato morto il 7 agosto 1993 nel bagagliaio di una Volvo 240 nelle campagne di Chianni (Pisa), ucciso, incaprettato e carbonizzato. Insieme a lui, nell’auto, fu rinvenuto anche il corpo del pastore Angelo Vargiu. 

«Potrebbe essere vivo»

La riesumazione è stata ordinata dalle pm Ornella Galeotti e Beatrice Giunti, titolari dell’ultima inchiesta sul killer che ha colpito sulle colline di Firenze tra il 1968 e il 1985.  La richiesta è partita dalla vedova, Vitalia Melis, e dai figli: l’ipotesi dei familiari è che Vinci possa essere ancora vivo. 

«Vitalia Melis ha il forte sospetto che il marito sia ancora vivo  – spiega il criminologo Davide Cannella che ha avviato le pratiche burocratiche per la riesumazion – Racconta di aver visto Francesco che da un’auto la salutava con un cenno della mano. Questo avveniva qualche giorno dopo la scoperta della morte del marito. Andò dai carabinieri, ma la cosa non ebbe seguito».

Intorno alle 7,30 al cimitero di Montelupo, sono arrivate le due pm e poi il figlio di Francesco Vinci.

Non solo i familiari ma anche la Procura vuole avere la certezza che i resti rinvenuti sulla Volvo siano proprio quelli di Francesco Vinci. Per questo l’urna è stata portata all’istituto di medicina legale di Firenze. 

L’esame del dna

Nei prossimi giorni, quei frammenti passeranno al vaglio degli esperti nominati dalla Procura il medico legale Martina Focardi e il genetista Ugo Ricci: dovranno estrapolare il dna e confrontarlo con quello dei familiari. 

Alle operazioni parteciperanno i consulenti nominati da Vitalia Melis, il genetista forense Eugenio D’Orio e il medico legale Aldo Allegrini.

La pista sarda

Francesco Vinci e suo fratello Salvatore, erano al centro della pista sarda nell’inchiesta sul mostro, che parte dall’omicidio dei due amanti Barbara Locci e Antonio Lo Bianco uccisi a Lastra a Signa nel 1968.

Il marito della donna, Stefano Mele, chiamò in causa i fratelli Vinci, amanti della moglie, ma alla fine sarà lui ad essere condannato in via definitiva anche per calunnia nei confronti dei fratelli di Villacidro. 

L’arma del delitto, una beretta calibro 22, non è stata mai trovata e rispunterà nel 1974, quando viene uccisa la seconda coppia della serie, Pasquale Gentilcore e Stefania Pettini a Borgo San Lorenzo.

https://corrierefiorentino.corriere.it/notizie/cronaca/24_settembre_27/mostro-di-firenze-riesumati-i-resti-di-francesco-vinci-esami-sul-dna-del-sospettato-per-la-pista-sarda-c6f6e4e4-a022-42a3-b6bc-651a14a61xlk.shtml?refresh_ce

 

 

27 Settembre 2024 Stampa: Corriere Fiorentino – Mostro di Firenze, riesumati i resti di Francesco Vinci: esami sul dna del sospettato per la «pista sarda»
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