“Forteto, istituzioni sotto scacco”. Il potere della ’setta’ e anni di abusi
Il presidente della commissione regionale d’inchiesta, Bambagioni, racconta le alte protezioni di Fiesoli. “Il tribunale dei minori di Firenze, in tutto quel tempo, era proiezione di un preciso sistema politico”
Pietro Macarozzi
Firenze, 3 ottobre 2024 – “Il tribunale dei minori di Firenze in quegli anni era proiezione di un preciso sistema politico, e tutto quello che è successo al Forteto è passato in sordina senza che nessuno proferisse parola”. Non le manda a dire Paolo Bambagioni, sentito ieri a Palazzo San Macuto durante la prima seduta della commissione parlamentare di inchiesta sui fatti accaduti presso la comunità “il Forteto”. Già presidente della commissione regionale d’inchiesta sull’individuazione e analisi delle responsabilità politiche e istituzionali relativamente alla vicenda sui casi di molestie sessuali e pedofilia su minori e disabili che erano stati dati in affidamento dal tribunale dei minori alla cooperativa agricola di Vicchio fondata nel 1977, Bambagioni ha risposto alle domande degli onorevoli, svelando nuovi lati oscuri della vicenda.
“Cene, regali e vacanze insieme – continua –, tra i giudici del minorile e i vertici della cooperativa c’era tutto questo. Sono le indagini a dirlo. Coinvolti erano anche gli assistenti sociali: era nata una sudditanza nei confronti del tribunale, tutti li indirizzavano al Forteto e loro si fidavano senza mai fare dei controlli formali”.
La deputata Stefania Ascari (M5s) approfondisce il caso di una minorenne che al Forteto è stata intabarrata “dalla cosiddetta setta” che l’ha allontanata “da tutto e tutti”. L’onorevole chiede nome e cognome del magistrato che si è occupato del fascicolo, ma soprattutto chiede se i due fondatori del Forteto, Rodolfo Fiesoli (il ’Profeta’) e il suo braccio destro Luigi Goffredi, abbiano mai avuto collegamenti con alcuni portagonisti della vicenda del mostro di Firenze o coinvolgimenti nell’inchiesta perugina sulla morte del medico Francesco Narducci. “Ci sono punti di contatto rilevati con il ’mondo’ del mostro di Firenze sui quali però non siamo risuciti ad andare fino in fondo – spiega Bambagioni –, ma dalle testimonianze delle vittime, non è mai emerso che fossero state vendute ad altri per ’riti’ collettivi”.
Poi c’è la politica: scudo di Fiesoli e dei suoi collaboratori, che “teneva sotto scacco personaggi importanti delle istituzioni – dice ancora Bambagioni –, coltivandosi amicizie in grado di proteggerlo da indagini delle forze dell’ordine, ma che soprattutto fingevano di non vedere nulla di quello che succedeva a Vicchio”. Non poteva poi mancare il capitolo sui soldi. “Al Forteto giravano molti fondi – conclude Bambagioni –, lì si dovrebbe concentrare le attenzioni della giustizia. Anche per dare delle concrete risposte ai ragazzi vittime di abusi, molti dei quali ancora oggi non sono riusciti ad avere adeguati risarcimenti”.
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