Il titolo «the master of San Casciano» può essere tradotto sia come «i signori di San Casciano» sia come «il capo di San Casciano». La scelta di questo titolo ambivalente è intenzionale.
n.18 — 25 ottobre 2024
«Santo Giovanni» — Jacopo Cioni e dr. parker
https://drive.google.com/file/d/1hbNWF8p8-Bopu-p1z7wqXpn0FkIzBjck/view
Premessa
Laura Grimaldi: il Sospetto
L’ospedale
La casa dell’Impruneta
Messe nere nel Mugello e film violenti
Il mostro è britannico
Ponte San Giovanni (PG)
Conclusioni
Premessa
Nell’agosto del 2020, dr. parker ha recensito 1 il libro «Il sospetto» di Laura Grimaldi sul sito doctor-parker.blogspot.com, sottolineando la ripetizione di un nome specifico nel romanzo, che sembra veicolare un messaggio nascosto. Da allora, l’indagine su questo dettaglio enigmatico ha coinvolto anche Jacopo Cioni, fondatore del sito mostrodifirenze.com 2, per esplorare i possibili significati che l’autrice potrebbe aver voluto trasmettere.
Inoltre, una rilettura del libro della Grimaldi, alla luce delle conoscenze e delle teorie emerse negli anni, mette in evidenza alcuni riferimenti che già nel 1988 potrebbero indicare i protagonisti e i luoghi coinvolti nelle future indagini sul caso.
Laura Grimaldi: il Sospetto
Il romanzo «Il sospetto», pubblicato nel giugno 1988 da Arnoldo Mondadori Editore e scritto da Laura Grimaldi, si inserisce nel filone dei gialli ispirati alla cronaca nera italiana.
È stato il terzo libro dedicato al caso del mostro di Firenze. A differenza dei primi due libri pubblicati, che trattavano la cronaca dei fatti, l’opera della Grimaldi è concepita come un romanzo di fantasia. Dieci anni dopo, anche Michele Giuttari adotterà una tecnica simile nei suoi libri, scegliendo di presentare una narrazione romanzata per esprimere fatti e concetti senza dichiararli esplicitamente.
L’autrice, giornalista e traduttrice di grande esperienza, aveva seguito da vicino i delitti del mostro di Firenze come corrispondente per il settimanale Panorama. Nata a Rufina (dov’è presente l’altra località Scopeti), nel Mugello, Grimaldi porta nel romanzo una profonda conoscenza sia del territorio sia dei fatti.
«Il sospetto» è ambientato proprio a Firenze, durante il periodo dei delitti del Mostro di Firenze, tra il 1981 e il 1985. La storia ruota attorno a Matilde Monterispoli, una ricca vedova, che vive con il terribile dubbio che suo figlio Enea possa essere il famigerato omicida. Enea, infatti, sembra corrispondere al profilo del mostro: è un uomo di circa cinquant’anni, figlio unico, di indole riservata e asociale, impotente, di corporatura robusta e malato di diabete. Vive con la madre, ha un lavoro part-time e come hobby si dedica all’intaglio del legno. Possiede inoltre una vecchia pistola calibro 22, appartenuta al padre defunto.
1 Link alla recensione dell’agosto 2020: https://doctor-parker.blogspot.com/2020/08/il-sospetto-prima-edizione-del-1988.html
2 Link: https://www.mostrodifirenze.com/
Man mano che i sospetti di Matilde crescono, anche la sua ossessione diventa sempre più forte, trasformandola in una figura sempre più disturbata e pericolosa. La sua paranoia la porta ad assumere atteggiamenti inquietanti, tanto che lei stessa, nel tentativo di risolvere il mistero e liberarsi del dubbio, diventa una sorta di «mostro». Ma nonostante tutto, i delitti continuano, lasciando aperta la questione sull’identità del vero assassino.
Il romanzo contiene diversi riferimenti sottili alla vera indagine sui mostri di Firenze, mescolando realtà e finzione. Ad esempio, Grimaldi sottolinea la coincidenza tra le date di proiezione di film violenti e i giorni degli omicidi, come si approfondirà successivamente.
Tornando al romanzo, la famiglia Monterispoli possiede una seconda casa all’Impruneta, che è amministrata da una fattrice che si chiama Angiolina, casualmente lo stesso nome della moglie di Pacciani, all’epoca ancora non indagato per i delitti. Un altro riferimento interessante è la figura di un vecchio pittore straniero, che diventa amico di Enea e lo frequenta per interne giornate la domenica, richiamando nel testo alla mente le note merende.
La scrittirice parla anche del delitto degli Scopeti, che nel libro è commesso il venerdi.
Nelle prime pagine del romanzo è riportata, un po’ in sordina, l’unico sospetto e accusa nel romanzo verso l’autore degli omicidi: «[…] a toglierli dalla latenza fu una messa nera. Il Racconigi, proprio in quel periodo, cominciò appunto a organizzare messe nere nella sua villa nel Mugello». Anche di questi richiami si dirà successivamente.
L’ospedale
Il romanzo presenta discrepanze nei riferimenti geografici, come l’uso del nome «Ospedale di Santo Giovanni» al posto dell’ospedale di Ponte a Niccheri. La ripetizione dei nomi ‹Giovanni› e «Santo Giovanni» sembra suggerire un significato nascosto, forse alludendo all’ospedale di San Giovanni di Dio, noto anche come Torregalli, situato vicino a Scandicci. Tuttavia, questo non è l’ospedale originale.
Il primo ospedale San Giovanni di Dio, infatti, si trovava in Borgo Ognissanti, a circa 100 metri dalla stazione dei carabinieri dove lavorava Olinto dell’Amico, figura di riferimento nelle indagini sui mostri di Firenze fino alla sentenza Rotella del dicembre 1989.
Nel libro della Grimaldi, il padre del «suo» mostro lavora come chirurgo in questo ospedale. L’autrice immagina anche l’esistenza di un parcheggio presso l’ospedale, dove viene ritrovato un secondo proiettile dopo quello sotto la cassetta postale utilizzata per spedire un messaggio alla pm Silvia Della Monica, che Grimaldi colloca sempre nei pressi dell’ospedale. Entrambi elementi fittizi poiché, nella realtà, il proiettile fu rinvenuto presso l’ospedale di Ponte a Niccheri (vedi pag. 276 dell’edizione…) e quello sotto la cassetta postale a San Piero a Sieve.
Inoltre, la Grimaldi suggerisce che la pistola calibro 22 del mostro fosse spesso presente di notte in questo ospedale, portata dal padre per autodifesa. Questo dettaglio sembra quasi un messaggio implicito, come se l’autrice volesse suggerire un collegamento tra il proiettile ritrovato, la pistola e i carabinieri di Borgo Ognissanti (vedi pag. 246).
Da notare che il vecchio ospedale San Giovanni di Dio chiuse nel 1982, lo stesso anno del delitto di Baccaiano. Proprio in quell’anno avrebbe avuto inizio (per alcune teorie) il presunto depistaggio forse orchestrato, sempre secondo talune teorie sul caso, dai carabinieri di Borgo Ognissanti e che avrebbe condotto alla nascita della cosiddetta pista sarda.
Quando l’autrice descrive il padre del mostro, che lavorava come guardia notturna presso il San Giovanni di Dio e portava con sé la pistola, si potrebbe pensare che voglia insinuare che l’arma calibro 22 venisse custodita, di notte, dalle «guardie» presso la caserma di Borgo Ognissanti (vedi pag. 26).
La casa dell’Impruneta
La Grimaldi cita quattro abitazioni nel suo libro: una a San Domenico, una in via de’ Renai, una a Ponte a Ema e infine una quarta all’Impruneta.
Quest’ultima è una scelta particolarmente interessante, poiché nelle indagini reali si fa riferimento a una casa situata nel comune dell’Impruneta, vicino al Galluzzo e alla Certosa di Firenze. Esiste persino un disegno di questa casa, allegato a un rapporto GIDES redatto ben dopo il 1988, che ne rappresenta la posizione in modo tale da poterla individuare.
La Grimaldi fornisce un’indicazione precisa della posizione di questa casa, specificando che si trova a circa 300 metri dal torrente Greve (vedi pag. 110). Il torrente Greve attraversa il comune dell’Impruneta in una zona ben definita, che coincide con l’area in cui è situata la casa raffigurata nel disegno allegato al GIDES.
Sempre la casa all’Impruneta, nel romanzo, rappresenta una seconda abitazione per la famiglia del mostro ed è affidata alla cura di un fattore, la cui moglie si chiama Angiolina (pag. 110). Questo riferimento è particolarmente interessante, considerando che il libro è stato scritto nel 1988, e richiama la figura della moglie di Pietro Pacciani (non ancora indagato all’epoca come mostro di Firenze), che, pur non essendo mai stato definito un fattore, era comunque un contadino: «Angiolina era una donna che la fatica non aveva piegato. Asciutta come un’acciuga, si teneva sempre eretta […]» (pag. 172).
Messe nere nel Mugello e film violenti
Grimaldi evidenzia la coincidenza tra le date in cui venivano proiettati film violenti e i giorni in cui si verificavano gli omicidi, un dettaglio che richiama alcune ipotesi emerse nelle indagini successive: «la teoria della slatentizzazione degli impulsi sadico sessuali l’ho sentita anch’io, ma attribuita a certa cinematografia. Non ricordo più su quale giornale, ma ho letto che nei giorni dei vari omicidi, in qualche cinema veniva dato uno di quegli orribili film pieni di morti e di sangue che non so come facciano a permettere».
Su questo punto è importante fare una precisazione: la teoria che collega particolari film ai delitti del mostro di Firenze è stata tradizionalmente attribuita al ricercatore De Gothia 3. Tuttavia, questa teoria, successivamente riportata anche dall’avvocato Filastò nel suo libro «Storia delle merende infami» (uscito nell’aprile 2005), venne anticipata dallo stesso Filastò nel libro «Toscana delitti e misteri» del 2000, ma sopratutto nel corso di una intervista il giorno 6 ottobre 1987 durante la trasmissione «Telefono Giallo 4». Va quindi sottolineato che è stata Laura Grimaldi, nel suo romanzo «Il sospetto» a mettere per iscritto per prima questa suggestiva ipotesi, sebbene sia possibile che la stessa si sia ispirata all’intervista 5 su Rai3 della giornalista Donatella Raffai all’avv. Nino Filastò del 1987.
Oltre all’associazione tra i delitti e i film violenti, Grimaldi introduce anche, senza svilupparlo, il tema dell’esoterismo nei delitti (pag. 35 e 40). In merito alle messe nere, la Grimaldi indica un personaggio, Racconigi, (pag. 37) che era dedito ad organizzare cerimonie sataniche nella sua villa del Mugello. Più avanti scrive anche che: «Orribili film o messe nere che differenza fa?» quasi ad alludere che la teoria dei film violenti non esclude l’ambito settario satanico-esoterico, ma che anzi comprende anche questa componente.
Il mostro è britannico
Vale la pena ricordare nuovamente e che la Grimaldi, nel suo libro pubblicato nel 1988, anticipa, volutamente o meno, concetti che successivamente saranno approfonditi sia dalle indagini ufficiali sia dai ricercatori e appassionati del caso. Ad esempio a pagina 134, la Grimaldi suggerisce un’idea che negli ultimi anni è diventata centrale in una teoria emergente, ovvero che il mostro non fosse italiano, ma di origine britannica, quindi De Gothia fu uno dei primi appassionati del caso a diventare particolarmente noto anche con la serie di papers che scrisse, tra cui «Il sentiero non battuto» nel 1994, successivamente citato in vari testi. Tra i suoi altri lavori si annoverano «Maniac — attraverso gli anelli di dodici scuri» del 2004, una rivisitazione a dieci anni di distanza del primo libro, e articoli come «La notte dei salami», «La notte del cittadino amico» e «La notte del Golden Gay». Fu citato anche dall’avv. Nino Filastò. La sua identità, a lungo sconosciuta, fu identificata nel dottor Stefano Galastri, deceduto nel 2013.
3 De Gothia fu uno dei primi appassionati del caso a diventare particolarmente noto anche con la serie di papers che scrisse, tra cui «Il sentiero non battuto» nel 1994, successivamente citato in vari testi. Tra i suoi altri lavori si annoverano «Maniac — attraverso gli anelli di dodici scuri» del 2004, una rivisitazione a dieci anni di distanza del primo libro, e articoli come «La notte dei salami», «La notte del cittadino amico» e «La notte del Golden Gay». Fu citato anche dall’avv. Nino Filastò. La sua identità, a lungo sconosciuta, fu identificata nel dottor Stefano Galastri, deceduto nel 2013.
4 Puntata di «Telefono Giallo» del 6 ottobre 1987, disponibile qui: https://www.youtube.com/watch? v=b3vj6VG0Zxk&t=3460s
5 Idem
Ponte San Giovanni (PG)
Oltre ai possibili riferimenti nascosti all’ospedale di San Giovanni di Dio, negli ultimi anni sono state investigate altre connessioni con il «Santo Giovanni» citato dalla Grimaldi, che hanno portato a considerare anche la località di Ponte San Giovanni. Questa ipotesi non esclude la pista dell’ospedale, ma rappresenta un’alternativa complementare.
Ponte San Giovanni è una frazione di Perugia situata lungo il Tevere, ed è uno dei principali centri abitati del comune, nonché un’importante area industriale e commerciale, con radici che risalgono agli antichi insediamenti etruschi. Questa località potrebbe essere collegata anche alla trama della serie televisiva 6 «Voci Notturne» del 1995 scritta da Pupi Avati, che, secondo le ricerche di Sandro Sainati e dr. parker, potrebbe avere stretti legami con i fatti accaduti al Trasimeno nel 1985.
La serie di Avati, composta da cinque episodi, è incentrata su riti esoterici, descritti come culti sacrificali «legati all’acqua». Si afferma che una setta fosse associata ai segni zodiacali e che, come riportato da Varrone, fosse impegnata in sacrifici che non avvenivano sull’altare ma per annegamento: «l’oracolo aveva sentenziato di sacrificare due corpi».
La trama prende il via infatti con il ritrovamento del corpo di un giovane, morto per annegamento e rinvenuto nel Tevere. Il cadavere presenta i polsi e le caviglie legati ed è cosparso di una miscela particolare, secondo un’antica ricetta utilizzata durante un rito di punizione. È significativo notare che, nella realtà, il fiume Tevere attraversa proprio la località di Ponte San Giovanni.
Inoltre, Avati introduce una scena in cui la bara del giovane morto viene riesumata e sulla targa appare la data «1–9.08.1994», con un «1» chiaramente aggiunto in un secondo momento, con una grafia diversa. Per un’analisi dettagliata della serie «Voci Notturne» di Pupi Avati, si rimanda agli articoli dedicati 7.
Un possibile riferimento alla località di Ponte San Giovanni appare anche nel libro del 2023 «Indagine su Perugia, le origini della città» di Giuliano Mignini. L’autore, ex pubblico ministero, è noto per aver avviato e concluso le indagini sullo scambio di cadavere del medico FN, deceduto nel Trasimeno nel 1985. È proprio questa vicenda che potrebbe aver ispirato alcuni elementi del thriller di Pupi Avati, «Voci Notturne», molti anni prima delle indagini condotte da Mignini.
6 Vedi gli articoli di Sandro Sainati «Esoterismo e coincidenze: decoding of Voci Notturne» e di dr. parker «Nocturnus voces», disponibili dal 26 luglio 2024 al seguente link: https://drive.google.com/file/d/1CpzX_PDGGQtMUjbpAA5ezvla0yxZTywy/view? usp=sharing
7 Vedi nota n.6.
Nonostante il libro tratti delle origini storiche di Perugia, presentandosi come un’indagine richiesta dal suo superiore Nicola Miriano, Mignini dedica molte pagine alle origini etrusche della città.
Per chi scrive è significato che Mignini, nel suo libro, cita più volte il «Colle del Sole», descrivendolo come un luogo sacro associato a un antico culto del Sole. Questo culto sarebbe collegato alla Dea Madre e alla «Venere del Trasimeno», con il Sole rappresentato simbolicamente dal «toro».
Questa località è citata almeno sette volte in vari passaggi del testo (90 pagine), tra cui a pagina 36: «Chissà se quell’antichissimo luogo sacro, dedicato al Sole, che si trova sulla sommità del Colle del Sole (appunto), a Perugia, non fosse una delle espressioni locali di questo culto?».
E ancora a pagina 67: «C’è un altro interrogativo che non può non porsi. Cosa accadeva nella sommità del colle perugino, quello che si sarebbe chiato Colle del Sole»?.
Mignini menziona inoltre che a Ponte San Giovanni esisteva un antico insediamento etrusco a presidio della via d’acqua del Tevere. Aggiunge che nelle vicinanze si trova un sistema di grotte, «le famose, ma misteriose quattro grotte di Monte Vile, un sistema di gallerie connesse a una struttura difensiva posta a guardia del Tevere».
A pagina 65 è presente una foto del ponte coperto di Ponte San Giovanni. Il nuovo ponte in legno è stato ricostruito dopo la distruzione durante la Seconda Guerra Mondiale del «Ponte Vecchio» Il «Ponte Vecchio» di Ponte San Giovanni era un simbolo storico e orgoglio dell’intera comunità. La costruzione originale del ponte è attribuita all’epoca romana, ma le prime fonti scritte risalgono al XIII secolo, quando divenne un punto strategico per il collegamento tra Perugia e altre città umbre. Questo ponte potrebbe essere collegato al ponte Sublicio di Roma (secondo il critico Aldo Grasso il termine «sublicio» sarebbe tratto da Avati «qualche testo d’area»…….), un ponte sacro interamente in legno e privo di chiodi, che svolge un ruolo centrale nella trama di Avati. Il ponte è inoltre legato ai sacrifici umani associati all’acqua.
Anche gli antichi culti «idronimici» del Tevere vicino a Perugia, menzionati da Mignini, sembrano costituire la base dei richiami esoterici presenti nella serie di Avati.
Sarebbe interessante chiedere a Giuliano Mignini se questa ipotesi, pur altamente speculativa, possa trovare qualche riscontro e se i suoi frequenti riferimenti agli antichi riti del «Colle del Sole» possano essere collegati a ritualità che potrebbero essersi svolte nel dopoguerra nei pressi di Ponte San Giovanni, una tematica che sembra essere affrontata anche da Avati.
Conclusioni
Considerando il livello di informazioni che Laura Grimaldi sembra possedere già nel 1988, emergono dettagli sorprendentemente precisi:
1. Menziona una villa all’Impruneta, situata nel Chianti, che diventerà poi una zona cruciale nell’indagine sugli autori e mandanti.
2. Fa riferimento a una donna chiamata Angiolina, lo stesso nome della moglie di Pietro Pacciani, che all’epoca non era ancora sospettato né indagato per i delitti.
3. Sostiene la possibilità che il delitto degli Scopeti sia avvenuto di venerdì, una tesi che sarà ripresa solo recentemente dal ricercatore Paolo Cochi.
4. Accenna alla pista esoterica, inserendo quasi in sordina una frase in cui attribuisce i delitti connessi alle messe nere nelle ville del Mugello, anticipando così ipotesi esoteriche che sarebbero state considerate solo negli anni successivi, ufficialmente con le indagini di Michele Giuttari (oltre 13 anni dopo circa).
Gli indizi presenti nel romanzo della Grimaldi, tra cui i riferimenti a luoghi, nomi e dettagli delle indagini, indicano una conoscenza approfondita di elementi che sarebbero diventati centrali nelle teorie sul caso solo anni dopo. Tuttavia, i presunti legami con le strutture e le località del «Santo Giovanni» non sono ancora stati sufficientemente comprovati e richiederanno ulteriori ricerche e approfondimenti.
Jacopo Cioni e dr. parker