Nuove indagini sul duplice omicidio del 1985: il caso del Mostro di Firenze si riapre
Nuove indagini sul caso del Mostro di Firenze riaccendono il dibattito su omicidi irrisolti, con richieste di consulenze tecniche e riesami delle prove che potrebbero rivelare incongruenze nelle testimonianze.
Sara Gatti
Il caso del Mostro di Firenze continua a suscitare interesse e numerose polemiche anche dopo quasi quattro decenni dal suo verificarsi. L’omicidio di Nadine Mauriot e Jean Michel Kraveichvili nel settembre del 1985 ha portato a una serie di processi e condanne, ma oggi si torna a parlarne grazie a nuovi sviluppi, tra cui una consulenza tecnica per esaminare il contesto della tragedia.
La richiesta di una consulenza tecnica
A far riemergere il caso, ci sono gli avvocati Valter Biscotti e Antonio Mazzeo, che rappresentano il nipote di Mario Vanni, uno dei condannati per il duplice omicidio e noto come “compagno di merende”. La consulenza richiesta si basa sull’esigenza di stabilire se il taglio sulla tenda dei giovani francesi sia stato realizzato con un coltello, come affermato da Giancarlo Lotti, un cosiddetto “pentito” le cui dichiarazioni hanno sostenuto le condanne di Vanni e Lotti per quattro degli otto omicidi attribuiti al Mostro. Si segnala come il processo contro Pietro Pacciani, un altro uomo coinvolto nel caso, abbia avuto un percorso tortuoso, culminato con la sua morte prima del termine del giudizio di rinvio.
La perizia sulla tenda sarà eseguita da Primo Brachi, fondatore di un noto laboratorio di analisi tessili, i cui risultati sono attesi nei prossimi giorni. Un’ulteriore analisi è già stata programmata presso il BuzziLab di Prato, segno che l’interesse nel far luce su questo mistero rimane forte tra gli addetti ai lavori.
Esame della tenda e incongruenze delle testimonianze
Il delitto avvenuto nella località degli Scopeti, vicino a Firenze, ha generato diverse testimonianze discordanti. Una tra queste è quella di Giancarlo Lotti, che ha affermato di aver partecipato all’attacco e di aver visto Mario Vanni tagliare la tenda con un coltello. Nel 2015, il genetista Ugo Ricci condusse un primo esame della tenda alla ricerca di tracce di Dna, ma ora un nuovo approfondimento potrebbe gettare nuova luce sulla dinamica del crimine.
Parallelamente, diversi esperti, tra cui entomologi forensi, hanno messo in discussione la cronologia delle dichiarazioni di Lotti. Grazie all’analisi della fauna cadaverica, si è ipotizzato che le vittime potessero essere morte non nella data indicata da Lotti, ma almeno un paio di notti prima. Queste incongruenze continuano a sollevare dubbi sull’affidabilità delle testimonianze fornite durante le indagini iniziali.
Ricerche parallele e nuove prospettive
Gli avvocati Biscotti e Mazzeo hanno manifestato la loro intenzione di riesaminare la condanna inflitta a Mario Vanni anche sulla base di atti connessi a un altro omicidio avvenuto nel 1982 a Baccaiano, dove persero la vita Antonella Migliorini e Paolo Mainardi. Qui si profila l’ombra di un depistaggio da parte degli investigatori, con dettagli che erano sfuggiti agli atti processuali.
Secondo le dichiarazioni recenti dei legali, ci sarebbero stati grossi vuoti nella raccolta di evidenze che potrebbero fornire nuovi indizi sul potenziale coinvolgimento di diversi soggetti, tra cui una misteriosa pista sarda. Questa direttrice investigativa è stata sollevata per la prima volta in connessione ad un omicidio avvenuto nel 1968, dove un killer potrebbe aver utilizzato la stessa arma impiegata dal Mostro.
L’input di ulteriori indagini e professionisti coinvolti
Il discorso si complica ulteriormente con l’intervento di Paolo Cochi, un documentarista che da tempo segue il caso. Cochi ha espresso scetticismo riguardo alla solidità delle attuali prove su cui si basa la richiesta di revisione della condanna di Vanni. Le sue analisi, già da tempo, stanno cercando di orientarsi verso una pista inedita che coinvolge un possibile sospetto, noto come “Rosso del Mugello”, un uomo che risulta avere precedenti penali e che sarebbe stato collegato alle indagini del tempo.
Cochi ha fatto notare come ci siano stati errori nelle indagini iniziali che potrebbero aver portato a un’esclusione di potenziali colpevoli. Ciò ha spinto il suo gruppo a sollecitare un’attenzione rinnovata, sottolineando la necessità di una riesaminazione profonda del materiale a disposizione, potenzialmente in grado di fornire risposte importanti sui crimini commessi.
Riflessioni e nuovi percorsi investigativi potrebbero portare a sconvolgimenti in un caso che, a distanza di decenni, continua a essere oggetto di studi e speculazioni da parte di professionisti e appassionati di criminologia.
Nuove indagini sul duplice omicidio del 1985: il caso del Mostro di Firenze si riapre