the master of San Casciano: one step closer
MILLER O MILLEN
dr. parker e collaboratori1
https://drive.google.com/file/d/1j8E6Tm4NPQPYM9HWaKCfxNZKcb8lzIPO/view
Premessa.
Questo articolo intende attirare l’attenzione dei ricercatori su un singolo verbale del 2008, redatto presso la Procura di Perugia. Il documento riveste particolare importanza per l’insolita introduzione nel caso di una figura mai menzionata da appassionati e ricercatori2 chiamata “Miller o Millen”, di cui si discuterà più avanti nel testo, insieme ai relativi contatti e connessioni introdotte dal verbale.
Fabio Piselli.
Fabio Piselli è la persona che fornisce informazioni alla Procura di Perugia relativamente al verbale del 2008 oggetto di analisi. Piselli è una persona interessante, oggi molto attiva su youtube3. Tuttavia, la sua natura sfuggente rende complesso definire con esattezza le attività da lui svolte e collocare in modo chiaro e completo i fatti da lui esposti riguardo al caso del mostro, all’interno di un quadro più ampio.
Il verbale del 2008.
Il verbale del 15 marzo 2008 è disponibile da tempo per la libera consultazione sul database mostrodifirenze.com4. Redatto presso la Procura della Repubblica di Perugia, riporta l’interrogatorio del sig. Fabio Piselli da parte del Pubblico Ministero, dott. Giuliano Mignini, assistito dall’App. CC. Danilo Paciotti. Il verbale di assunzione di informazioni riguarda circostanze risalenti al 2006, ovvero due anni prima della testimonianza. Piselli, all’epoca è dirigente di comunità infantile, racconta di essere stato coinvolto in attività legate alla società Global Intelligence s.r.l., un’azienda che collaborava con vari ministeri (Giustizia, Difesa, Interni e Consiglio dei Ministri) e si occupava di intercettazioni e del noleggio degli impianti necessari per le stesse agli organi di polizia giudiziaria e alle procure.
Nel verbale, in modo piuttosto caotico, viene ricostruito il percorso e le relazioni che portarono Fabio Piselli a collaborare con questa società specializzata in intercettazioni. Piselli riferisce di essere stato contattato nel 2004 da Mario Serboli, un ex commilitone dello stesso nella Folgore, poi assegnato all’Ufficio Cifra5 in Turchia. Tramite Serboli fu proposto a Piselli di collaborare con l’ex ufficiale del SISMI6 gen. Nicolosi, la cui figlia era appunto la presidente del c.d.a. della Global Intelligence s.r.l..
Attraverso vari incontri con questo generale, Piselli viene introdotto ad altri generali ed a un ex tenente o capitano dei carabinieri, che lo mise in contatto con associazioni non meglio specificate nel verbale, tra cui alcune “di tipo massonico”, connesse, sebbene in modo non precisato, a determinati parlamentari e a “sedicenti” parlamentari. Nell’ambito della collaborazione con la società menzionata, il 18 o 19 marzo 2006, Piselli si reca a Firenze presso il complesso denominato il Magnifico, sede della Polizia di Stato e del G.I.De.S., il pool investigativo sui delitti seriali tra Firenze-Perugia.
Piselli fu accompagnato all’ottavo piano, dove si trovavano gli uffici del G.I.De.S., pur senza conoscere il motivo della sua presenza nella struttura. Nel corso di questa attività, con un cellulare fornito dal presunto parlamentare, Piselli venne contattato dal generale I., che Piselli sapeva essere il “responsabile degli esterni” nel SISMI. Durante la telefonata il generale I. gli avrebbe assegnato il compito della trasferta al G.I.De.S. ovvero acquisire quanto più materiale possibile su “un certo Gianluca o Pierluca N.” (nda: il fratello di FN) e su un certo “Miller o Millen che credo sia americano”.
Dopo quella telefonata, Piselli si sarebbe reso conto di trovarsi in una situazione ambigua e imbarazzante, quindi chiamò il generale Nicolosi per chiedere informazioni sul generale I. Nicolosi lo informò che il generale I. era stato suo superiore al SISMI. Per cautelarsi, Piselli avrebbe registrato tutte le conversazioni nell’ufficio in cui si trovava, anche se non è chiaro con quale fine preciso nei confronti del generale I.
Il generale I.
In un articolo pubblicato il 15 luglio 2009 su Corsera.it viene approfondita la figura del generale I. (descritto come colonnello), un ex agente del SISMI noto per il suo ruolo nelle operazioni di intelligence italiane e per la sua stretta collaborazione con il generale Pollari. I. apparirebbe coinvolto in diverse missioni delicate, tra cui attività riconducibili alla Fondazione Italiani nel Mondo, un’organizzazione considerata una copertura per operazioni di intelligence. Uno degli episodi chiave che lo vede protagonista è la negoziazione per la liberazione di ostaggi israeliani catturati dagli Hezbollah nel 2006. Durante queste trattative, I. si sarebbe presentato come consulente della Commissione Difesa del Senato, mentre avrebbe agito in realtà come agente segreto. La sua identità ufficiale (consulente della Commissione Difesa) gli avrebbe offerto una copertura che gli avrebbe consentito di operare senza destare sospetti. In quest’ambito, avrebbe collaborato con una donna soprannominata la Dama in nero, la quale racconta come I. e altri agenti avrebbero negoziato con il generale Jafari dei Pasdaran in Iran. Tuttavia, la missione si sarebbe conclusa in un fallimento poiché, al momento delle trattative, gli ostaggi erano già deceduti. Emergerebbero tracce di un possibile coinvolgimento del generale in un’inchiesta riguardante gli scandali finanziati legati all’ordine religioso dei Camilliani. Dalla stampa si apprende anche che il generale I. avrebbe origini calabresi, sarebbe stato un ex colonnello della Guardia di Finanza e avrebbe avuto connessioni con la CIA. In sintesi I. si sarebbe distinto per la sua capacità di agire in un ambiente misto di politica e intelligence.
Miller o Millen.
Durante l’interrogatorio, emerge per la prima e unica volta (nota) nel caso, la figura di un certo “Miller o Millen”, che Piselli dice essere probabilmente americano e che diventa il fulcro della sua testimonianza. Tuttavia, in modo paradossale, non viene chiarito il motivo per cui queste informazioni siano richieste, né risulta chiara la relazione tra “Miller o Millen”, il familiare di FN e le attività investigative del pool Firenze-Perugia. Si sottolinea nuovamente il fatto sorprendente che in nessun documento di pubblico dominio collegato al caso dei mostri di Firenze vi sia traccia di “Miller o Millen”. Considerando che il generale I. aveva richiesto di raccogliere tutte le informazioni sull’americano a Piselli mentre lo stesso si trovava negli uffici del G.I.De.S., ci si aspetterebbe qualche riscontro o collegamento che renda nota l’identità dell’americano in relazione a eventi, testimonianze o fatti già noti nel caso. La totale assenza di conferme e di chiarezza sull’identità e sul legame con il familiare di FN getta ombre inquietanti sulla vicenda.
Chi era quindi l’americano? E quale sarebbe stato il legame tra questo soggetto ignoto e il familiare di FN? Potrebbe sembrare plausibile lo scenario secondo cui il soggetto “Miller o Millen” abbia suscitato un certo interesse negli ambienti limitrofi al servizio segreto militare, i quali potrebbero essere stati intenzionati a proteggerlo da un possibile coinvolgimento pubblico nella vicenda dei mostri di Firenze.
Anomalie del verbale.
Il verbale, composto da due pagine, inizia alle ore 10 e termina alle 11:30. Come anche già rilevato7 nei verbali di testimonianza della sig.ra Mariella Ciulli del 2004, sembra esserci una discrepanza logica tra la durata della testimonianza e la brevità della verbalizzazione prodotta. Nel verbale in esame, viene specificato in calce che, data la complessità delle “dichiarazioni su molteplici circostanze, particolarmente intricate” fornite da Piselli, si rende necessaria una registrazione audio. Si potrebbe intuire, inoltre, che tale registrazione potrebbe essere accompagnata da un verbale riassuntivo dedicato, distinto e forse diverso da quello attualmente disponibile per l’esame.
Non è chiaro come interpretare l’uso della registrazione audio: se si tratti di una prassi ordinaria o di un espediente per riservare alcune informazioni in un secondo verbale o documento audio. Tuttavia, la mancata disponibilità delle informazioni emerse durante la registrazione lascia molti interrogativi, soprattutto riguardo all’identità dell’americano e al grado di connessione con il familiare di FN. Altre anomalie riguardano il motivo della convocazione di Piselli nel 2008 a Perugia per la redazione del verbale di assunzione di informazioni.
Nel verbale si menziona anche un errore tecnico verificatosi durante un’intercettazione ambientale eseguita da un poliziotto del G.I.De.S., descritto come “quello alto”, nei confronti del giornalista Mario Spezi mentre Piselli era negli uffici. Piselli afferma nel verbale di essersi “preoccupato”, sebbene non sia chiaro il motivo preciso di questa sua preoccupazione. Inoltre, l’accompagnatore di Piselli sarebbe stato “in imbarazzo” e avrebbe tentato di informare lo stesso dott. Mignini dell’errore tecnico.
In conclusione, dal verbale esaminato non risulta chiaro perché un generale legato al SISMI si sia interessato alle indagini del Gruppo Investigativo Delitti Seriali Firenze-Perugia, infiltrando defacto alcuni uomini nel quartier generale investigativo, sede anche della Polizia di Stato, con l’obiettivo di scoprire quali informazioni possedessero gli investigatori riguardo al familiare di FN e al possibile americano “Miller o Millen”. Sebbene l’interesse del generale appaia sicuramente rilevante per il dott. Mignini, i motivi di tale coinvolgimento sembrano restare oscuri e non vengono chiariti.
Per lo meno nella documentazione ad oggi nota.
dr. parker
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IL FARMACISTA DI SAN CASCIANO
dr. parker e collaboratori8
Premessa.
In questo articolo, che si preannuncia significativo, l’attenzione viene posta su un singolo dettaglio che, nell’economia complessiva dell’indagine e nella vastità della documentazione e degli atti, appare davvero minimo, ridotto a poche righe. Sviluppando questa traccia, potrebbero emergere però potenziali spunti possibilmente in grado di convergere con altre ipotesi già delineate, come quelle sinteticamente trattate nell’articolo “postfascismo e neofascismo a Perugia9”.
Le note investigative del G.I.De.S.
Potrebbe sembrare che la documentazione prodotta dal pool investigativo sui delitti seriali Firenze-Perugia sia considerata marginale nella quotidiana trattazione svolta dagli appassionati e dai ricercatori. In effetti, è proprio così (eccoooomemai?). La maggior parte degli appassionati tende a concentrarsi ripetutamente sugli stessi aspetti, in particolare sulle piazzole, cioè sulle scene del crimine.
Non è il caso di Jacopo Cioni, che ha messo a disposizione per la consultazione sul sito-database mostrodifirenze.com le note investigative del G.I.De.S., comunemente denominate Gides. A Cioni va riconosciuto il merito della pubblicazione di queste note (oltre che di numerosi altri documenti, compresa la sentenza Micheli in versione non tagliata) e il suo impegno pluriennale nella ricerca delle note investigative mancanti, che citate in altri atti, risulterebbero esistenti e probabilmente in possesso di alcuni soggetti. Le note investigative mancanti, ovvero non ancora di pubblico dominio, includerebbero i seguenti numeri: rapporto investigativo 2003 (non noto il numero); la nota riassuntiva n.428/04/G.I.De.S. che dovrebbe essere del 20 o del 27 settembre 2004 (potrebbero anche essere due note distinte).
La persistente mancanza di trasparenza sulla pubblicazione di queste note investigative solleva il sospetto che il loro contenuto sia talmente rilevante da indurre alcuni, pur avendone accesso assieme ad altra documentazione non resa pubblica, ad evitare di condividerle. Le ragioni di questa reticenza restano oscure e potrebbero rispondere a motivazioni e interessi ancora ignoti.
La nota investigativa n.133 del 2 marzo 2005.
In questo articolo ci si soffermerà sulla nota investigativa10 nr. 133/05/G.I.De.S. del 2 marzo 2005, a firma del dott. Michele Giuttari.
Questo rapporto investigativo, nella versione di dominio pubblico, è un file in formato pdf di 156 pagine, ma privo degli allegati citati. La nota è una sintesi delle indagini condotte sul farmacista di San Casciano. I principali elementi riguardano le dichiarazioni della ex moglie, le perquisizioni realizzate nei confronti dello stesso farmacista ed i presunti legami con altri soggetti implicati.
Inoltre viene introdotto il possibile movente esoterico o rituale dei delitti. Tuttavia, il dott. Michele Giuttari, autore del rapporto, mostra una comprensione limitata della materia esoterica, poiché le implicazioni rituali sembrano basarsi soprattutto su oggetti e documenti trovati durante le perquisizioni, che suggerirebbero secondo Giuttari un’inclinazione all’occulto dei soggetti indagati. Probabilmente, al tempo della redazione (2005), la scarsa diffusione di internet ha ridotto le possibilità di approfondimento degli inquirenti sul mondo esoterico, lasciando una comprensione parziale dei possibili pattern associati ad una possibile setta esoterica coinvolta nei crimini dei mostri di Firenze. Il rapporto esplora anche in dettaglio le relazioni tra i sospettati, le dichiarazioni raccolte e i legami con FN. La nota si conclude proponendo di proseguire le indagini su specifici individui per approfondire ulteriormente i loro legami e la connessione con gli aspetti esoterici.
Si consiglia ai lettori di questo articolo la lettura integrale della nota investigativa, poiché offre una visione organica di numerosi fatti ed eventi distinti, sintetizzando una vasta gamma di dati e accadimenti connessi al caso.
La perquisizione del 20 gennaio 2004 a carico del farmacista.
Il 20 gennaio 2004 viene eseguita dall’ispettore Caselli del G.I.De.S. una perquisizione nei confronti del farmacista. Tale perquisizione, oltre che dalla nota n.133, sarebbe richiamata anche dalla nota n.127/04 del 3 marzo 2004, che non sarebbe di dominio pubblico. La perquisizione sarebbe durata 13 ore portando al sequestro di materiale ritenuto utile per le indagini. In estrema sintesi, il materiale sequestrato consisterebbe principalmente in guide e libri sull’Umbria e sul Trasimeno, oltre che a testi esoterici o para-esoterici, riviste varie e VHS erotiche e pornografiche, biglietti da visita, agende e appunti personali.
Nella nota investigativa n.133 vengono fatte affermazioni “particolarmente interessanti” scrive il dott. Michele Giuttari, sulla base del materiale sequestrato. Ad esempio viene rivelato che non sono state trovate agende antecedenti al 1989. Evento che viene sottolineato nel rapporto come sospetto e indicatore della volontà di “cancellare ogni traccia del proprio passato riferibile al periodo antecedente al 1989, che è l’anno in cui fu archiviata la famosa pista sarda e fu intrapresa l’attività su Pietro Pacciani”.
Il dettaglio dimenticato.
Tuttavia tra l’elenco di materiale sequestrato nel corso della perquisizione del 20 gennaio 2004, appare anche una traccia potenzialmente anomala. Di tale aspetto chi scrive non ha mai sentito occuparsi nessun ricercatore o appassionato. Lo stesso dott. Michele Giuttari menziona questo dettaglio di cui si dirà a breve nella lista del materiale sequestrato, ma non lo sviluppa nella nota investigativa citata, non producendo nessuna considerazione.
Il passaggio è il seguente:
“un’agenda del 1991 con copertina grigia (i fogli incominciano da 9 maggio):
13.5: tel. Prof. Sertoli 229373;
23.7.1991 Ingen. Galata Francesco 0187 627160 0187 625877 0187 629434 via Cisa Interna 33 Sarzana. Sono: collega di Alberto Aldemio del Ministero degli Interni ho la necessità di un telefono attivato per un’operazione che scatta venerdì;
12.8.1991 magistrato Della Valle? […]”.
Analisi dell’appunto.
Quindi in un’agenda del 1991, sequestrata al farmacista nel 2004, compare una nota datata 23 luglio 1991 che potrebbe rappresentare un promemoria per una conversazione con l’ingegnere Francesco Galata. La nota potrebbe suggerire l’intenzione di presentarsi come “collega di Alberto Aldemio del Ministero degli Interni” al fine di ottenere “un telefono attivato” per un’operazione prevista per “venerdì”.
La richiesta apre a molteplici interrogativi, soprattutto considerando l’urgenza (l’operazione scatta venerdì) e la natura della linea richiesta, che sembrerebbe destinata a essere riservata. Questo tipo di attivazione potrebbe indicare la necessità di comunicazioni protette da intercettazioni, alludendo a possibili attività sensibili o addirittura potenzialmente illecite? Sono solo domande. Si tratta solo di domande, certo, ma resta curioso come questo elemento, che appare significativo e, come si vedrà, forse legato ad altre connessioni, non abbia attirato l’attenzione di nessuno, nemmeno, a quanto pare, degli inquirenti.
L’ingegnere Francesco Galatà.
La prima domanda che sorge spontanea è chi sia questo ingegnere a cui l’autore dell’appunto (presumibilmente il farmacista in quanto proprietario dell’agenda) dovrebbe rivolgersi. Dalle ricerche condotte è emerso che un certo Francesco Galatà era attivo a Sarzana, proprio in via Cisa Interna 33 ovvero l’indirizzo riportato nell’appunto e con uno dei numeri di telefono indicati (0187 625877).
Consultando riviste di elettronica del 1990, è stato possibile verificare la presenza di annunci pubblicitari in cui compare il nome di Galatà e il suddetto indirizzo. Galatà si occupava della vendita (anche per corrispondenza) e dell’installazione di apparecchi radiomobili e dispositivi per la telefonia mobile, inclusi accessori e ricambi. Collegata forse commercialmente, forse in altri modi, alla sua attività a Sarzana sembrerebbe esserci la ditta “Electronic System s.n.c.” di Lucca, con sede in viale Marconi n.13.
Degno di nota è che il 21 maggio 1986 Galatà avrebbe registrato un brevetto europeo per un dispositivo destinato alla visualizzazione automatica dei turni del personale e dei servizi pensato per le farmacie. È particolarmente interessante anche ciò che emerge nell’anno successivo alle annotazioni del 1991 nell’agenda del farmacista. Mercoledì 15 gennaio 1992, infatti, su L’Unità compare un articolo che denuncia una truffa milionaria orchestrata dall’ingegnere Francesco Galatà. Secondo l’articolo, Galatà importava e riciclava illegalmente cellulari, duplicando numeri telefonici già esistenti e facendo ricadere le spese sulle bollette di utenti ignari (spesso utenti istituzionali non inclini a verificare il consumo delle utenze telefoniche). L’organizzazione alterava i numeri seriali dei dispositivi per venderli come nuovi, con la complicità di un funzionario SIP, che facilitava la registrazione dei contratti. Alcuni clienti VIP, inoltre, ricevevano cellulari con bollette ridotte o inesistenti. La ditta di Galatà fu sequestrata e sedici persone furono denunciate per truffa e associazione a delinquere.
È plausibile ritenere che questo sistema di duplicazione del numero permettesse agli utilizzatori di sfuggire facilmente ai controlli nei tabulati telefonici, poiché il numero duplicato risultava associato a un’altra utenza non correlata. Questa tecnica rendeva difficile la tracciabilità degli utenti, dal momento che, utilizzando un numero appartenente a un’altra utenza, le autorità di polizia giudiziaria non potevano avviare procedimenti di intercettazione su un’utenza non ufficialmente registrata al soggetto da attenzionare.
È plausibile che questo soggetto operasse come service in appalto per alcune note strutture? È possibile che avesse avuto accesso o frequentato la base americana di Camp Darby? Sono solo domande.
Alberto Aldemio
Le ricerche effettuate non hanno permesso di rintracciare alcun Alberto Aldemio appartenente al Ministero dell’Interno. Nell’appunto dell’agenda del farmacista si legge infatti: “Sono: collega di Alberto Aldemio del Ministero degli Interni”. Questa frase sembra quasi una nota per ricordarsi cosa dire a Galatà al fine di richiedere l’attivazione della linea. È possibile che “Alberto Aldemio” non sia una persona reale, ma piuttosto un codice o un alias da menzionare per ottenere un servizio particolare, come l’attivazione della linea.
L’operazione
Nell’appunto si indica che l’attivazione della linea sarebbe stata necessaria per “l’operazione che scatta venerdì”. L’appunto risalirebbe al 23 luglio, un martedì nel 1991, con il venerdì successivo che cadeva il 26 luglio. Nella cronologia degli eventi noti, non emergono fatti rilevanti per il 26 luglio; tuttavia, è interessante che il 24 luglio la SAM (Squadra Anti-Mostro) abbia convocato (forse per la prima volta) il postino Mario Vanni nell’ambito della vicenda.
Rimane oscuro il motivo per cui un farmacista di provincia (per quanto massone, attendendosi a quanto riportato nelle dichiarazioni presenti nel rapporto investigativo n. 133) avrebbe richiesto l’attivazione di una linea tramite una procedura apparentemente sospetta, rivolgendosi per di più a un ingegnere poi arrestato per attività di duplicazione di utenze telefoniche. Quale tipo di “operazione” doveva svolgere il farmacista?
Questo scenario risulterebbe più chiaro se la richiesta fosse stata avanzata da un civile collegato alla rete Gladio o, ancor più comprensibilmente, alla rete dei Nuclei per la Difesa dello Stato 11. Appare insolito che sia stato invece un farmacista.
L’incontro con Vigna.
Nella stessa agenda del 1991, sequestrata al farmacista, compare un altro appunto, scritto in penna rossa e datato 12 agosto 1991: “Marco, Silvia Badini, Vigna, Ceccatelli… Ore 12 incrocio con la via Cassia. Un recapito telefonico 081 8372213”.
Questo appunto suggerisce un incontro fissato per le 12 presso l’incrocio con via Cassia. Tuttavia, nella relazione investigativa non si menzionano riscontri che colleghino questo incontro del 1991 tra il farmacista, l’architetto, Vigna e la seconda moglie dello stesso pm. Il numero telefonico presenta il prefisso del distretto di Napoli. Proprio da Napoli partirà l’indagine che condurrà all’arresto di Galatà nel 1993. Per una curiosa coincidenza, anche Riccardo Malpica era originario di Napoli. Malpica ricopriva ruoli di rilievo nella sicurezza dello Stato: è stato vicecapo di gabinetto del Ministero dell’Interno a partire dal 1980, vicesegretario del CESIS (l’organo di coordinamento dei servizi segreti) dal 1984 al 1987 e direttore del SISDE, il servizio segreto civile, dal 1987 fino all’agosto del 1991. Secondo alcune fonti, suo fratello indicato come Giovanni Malpica avrebbe fatto parte del consiglio di amministrazione della nota comunità di Vicchio, sebbene non siano chiari i motivi di questa collaborazione. Alcune testimonianze, tra cui quella del dott. Michele Giuttari, ricordano che la comunità di Vicchio disponeva di apparecchiature in grado di rendere le linee telefoniche non intercettabili dalle autorità.
Sarebbe interessante verificare se l’avv. Giuseppe Malpica, direttore generale della Cassa per la Formazione della Proprietà Contadina, fosse loro parente o un mero omonimo.
dr. parker
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LE LETTERE DI VANNI
dr. parker
Premessa.
In questo articolo ci concentreremo sulla lettera scritta da Mario Vanni e indirizzata alla farmacia di San Casciano. Tuttavia, prima di approfondire questo specifico episodio, sarà utile fare una breve panoramica su tutte le lettere legate a Mario Vanni.
Le lettere di Vanni.
Numerose lettere si intrecciano con la complessa vicenda dei delitti dei mostri di Firenze e alcune di queste riguardano direttamente Mario Vanni. La prima lettera, oggetto di molte discussioni, sarebbe stata inviata a Vanni da Pietro Pacciani durante la seconda detenzione di quest’ultimo nel carcere di Sollicciano, tra il 1984 e il 1991, quando scontava la pena per le violenze sulle figlie. Questa missiva, mai ritrovata, fu al centro del dibattito nel processo di primo grado contro Pacciani. Il 26 maggio 1994 Vanni fu chiamato a deporre per chiarire i dettagli della sua ricezione.
Secondo quanto emerso, la lettera conteneva riferimenti a “cose bruttissime, fatti gravi, cose di sangue”. Dopo averla ricevuta, Vanni si sarebbe recato immediatamente a casa di Angiolina, moglie di Pacciani, accompagnato dall’amico Lorenzo Nesi. Vanni, secondo le testimonianze, sarebbe stato visibilmente spaventato e indeciso se rivolgersi ai carabinieri o a un avvocato. Alla fine, ne avrebbe parlato con l’avvocato Alberto Corsi, che fu successivamente accusato di aver letto la lettera senza denunciarne il contenuto alle autorità, accusa da cui venne poi assolto.
Nonostante l’assenza di prove concrete su questa lettera e nonostante l’accusa stessa ne minimizzò la sua importanza, gli inquirenti la usarono come uno degli elementi centrali per collegare Vanni a Pacciani. I giudici considerarono la lettera come una sorta di “anello di congiunzione” tra i due, ritenendo che Vanni fosse stato incaricato di compiere azioni specifiche, probabilmente legate alla sparizione di prove compromettenti, come l’arma dei delitti.
Giancarlo Lotti, in un interrogatorio del 15 luglio 1996, parlò di un’altra misteriosa lettera, nella quale lui e il postino Mario Vanni avrebbero agito come portalettere per conto di Pietro Pacciani. Secondo la testimonianza di Lotti, il giorno successivo al delitto di Vicchio, Pacciani avrebbe preparato una lettera, inserendo qualcosa all’interno della busta e avrebbe incaricato Lotti e Vanni di recarsi a Vicchio per imbucarla. La lettera sarebbe stata destinata a una certa Manuela, che potrebbe essere la stessa persona che aveva testimoniato riguardo al cambio di turno al bar con Pia Rontini. Lotti riferì che la lettera fu imbucata nei pressi del bar dove Pia lavorava.
Se questa lettera fosse realmente esistita, potrebbe rappresentare un precedente e un pattern, poi ripreso dall’invio di una lettera alla pm Silvia Della Monica dopo il delitto di Scopeti. Tuttavia, se fosse solo frutto della fantasia di Lotti, resta poco chiaro il motivo per cui avrebbe dovuto inventare un evento così specifico e insolito, aggiungendo dettagli che sembrano inserirsi in un contesto più ampio legato ai delitti.
La lettera alla farmacia.
Un’altra lettera di grande interesse è quella scritta da Mario Vanni il 1 settembre 1996 (oppure 11 settembre) e indirizzata alla farmacia di San Casciano. Questa lettera rappresenta un tassello intrigante e ambiguo nella complessa vicenda legata a Vanni, un uomo che si dichiarava innocente, nonostante fosse accusato di crimini efferati. Il documento merita un’analisi approfondita per evidenziare le anomalie e le stranezze che emergono dal testo. Di seguito, riportiamo il testo considerato la trascrizione originale12 della lettera, seguito da un’analisi delle sue incongruenze e dei punti più controversi.
“Carissimo Farmacista [….] gli scrivo questa lettera per farli sapere che sto male in 9 mesi non mi è riuscito di telefonare alla moglie Luisa, che schifo cari farmacisti che vergogna è questa, non ne posso più di stare in galera, non ho fatto nulla, è una vergogna questa e chiedo la Nazione e non la portano da 10 giorni che sistema è questo…Mi ha detto il mio avvocato di Firenze che fino al processo non mi mandano a casa il signor giudice Vigna e Canessa insomma siamo a un bel punto ha detto l’avvocato Pepi Gianpiero che stia tranquillo e beato ci vuole pazienza insomma. Quando tornerò a casa faremo un bel carteggio se lo permette il Maresciallo perché io sono innocente non ho fatto nulla di male e vi faccio tanti saluti a […] e signorina farmacista. Arrivederci a presto tanti saluti Vanni Mario”.
Anomalie.
Fin dalle prime righe della lettera, si nota una struttura linguistica sconnessa che rende difficile seguire un filo logico coerente. Mario Vanni si rivolge al farmacista, con un tono di confidenza quasi amichevole, ma il suo discorso oscilla tra lamentele personali, come l’impossibilità di telefonare alla moglie e reiterate dichiarazioni di innocenza riguardo alla sua detenzione. Questa incoerenza potrebbe riflettere una mente affaticata, forse logorata dai lunghi mesi in carcere, oppure potrebbe indicare un tentativo deliberato di confondere chi legge.
Un dettaglio interessante, che ha catturato l’attenzione del ricercatore dott. Claudio Costa, riguarda l’interpretazione della parola “carteggio”. Secondo l’analisi del dott. Costa, questa parola potrebbe, potenzialmente, essere stata letta erroneamente nella calligrafia di Vanni, suggerendo invece possibilmente la parola “conteggio” Questo piccolo ma significativo dettaglio potrebbe alterare il significato della frase, aggiungendo una ulteriore chiave di lettura della lettera.
Le lettere di Vanni alla comunità di San Casciano.
L’episodio della lettera di Mario Vanni indirizzata alla farmacia di San Casciano è stato storicamente inquadrato dagli appassionati all’interno di un contesto in cui Vanni era solito scrivere “a metà paese”. Questo potrebbe, in parte, spiegare perché Vanni abbia scritto questa lettera, suggerendo una prassi che instaurò nel periodo di detenzione. Tuttavia, per chi scrive, non risultano note altre lettere pubblicate di Vanni destinate ad altri destinatari, sebbene sia plausibile che vi siano state. Anche una ricerca condotta da Jacopo Cioni ha confermato l’assenza, ad oggi, di ulteriori lettere conosciute attribuibili a Vanni.
Il gruppone.
Chi scrive è stato espulso dal gruppo facebook noto come gruppone alla vigilia di Natale 2022 per aver condiviso la lettera di Mario Vanni indirizzata alla farmacia, senza alcun commento aggiunto. Nonostante l’assenza di considerazioni personali, il post ha comunque portato all’eliminazione dell’utente, sollevando dubbi sulle regole di ingaggio adottate dall’amministratore Flanz Vinci13. Resta da chiarire se la condivisione di questa lettera comporti sempre l’espulsione (e perché?) o se tale regola venga applicata solo a specifici membri. Rimangono perplessità sulle reali motivazioni che hanno spinto l’amministratore a rimuovere l’utente per la semplice pubblicazione di quella lettera.
Ulisse e la lettera presa dal giudice.
È significativo ricordare a proposito di Vanni che lo stesso parlerà di un americano. Infatti, durante il colloquio del 30 giugno 2003, Mario Vanni menzionò un individuo di nome “Ulisse”, che descrisse come un americano nero, affermando che fosse il vero responsabile dei delitti attribuiti ai mostri di Firenze. Secondo Vanni, Ulisse avrebbe ucciso sedici persone e poi lasciato una lettera e una pistola che sarebbero state prese dal “giudice”. Questa versione, però, appare confusa e priva di riscontri sulla base dei dati noti. Nesi cercò più volte di farlo tornare sui suoi passi, ma Vanni insisteva su questa figura surreale di Ulisse: segni di confusione mentale del Vanni o vi erano elementi di verità ancora non emersi?
dr. parker
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LA VILLA DEL MUGELLO
dr. parker
Premessa.
Da molti anni, la villa di Barberino di Mugello è oggetto delle attenzioni di dr. parker. Dal 2020, infatti, dr. parker si è dedicato alla ricerca di eventuali collegamenti tra la villa e il caso dei mostri di Firenze. Il punto di partenza di queste indagini è la lettura del libro del giornalista Diego Cugia, “Un Amore all’Inferno”, pubblicato nel 2005. Nel 2020, dr. parker ha recensito l’opera14, mettendo in luce per primo il possibile riferimento nascosto alla villa di Barberino di Mugello, che fino a quel momento non era stato notato. Questo indizio potrebbe consentire di approfondire il contesto dei possibili incontri avvenuti nelle ville, collegati al caso, offrendo nuove prospettive.
Il libro di Cugia.
Nel libro “Un Amore all’Inferno” Diego Cugia racconta il suo incontro con Francesca Spagnoli, vedova del dott. FN, avvenuto in un hotel vicino al casello autostradale di Barberino di Mugello. La villa di Barberino di Mugello viene menzionata più volte nel libro senza una spiegazione chiara del suo ruolo nella vicenda. Tuttavia, come osservava parker già nel 2020, i frequenti richiami alla villa sembrano suggerire un legame nascosto o il sospetto che la villa possa essere in qualche modo connessa agli eventi descritti.
La villa.
La villa, di origine medievale, fu trasformata durante il Rinascimento grazie a Cosimo il Vecchio, che incaricò l’architetto Michelozzo di Bartolomeo di ristrutturarla. Michelozzo trasformò l’antico maniero in una raffinata dimora di campagna, rendendo la villa un modello di architettura rinascimentale. La villa divenne una delle residenze preferite della famiglia Medici, in particolare di Lorenzo il Magnifico, che la utilizzava come luogo di riposo e per attività di svago. Durante il suo periodo di massimo splendore, fu anche un centro culturale, frequentato da artisti, letterati e filosofi e un’importante area agricola grazie alle sue vaste tenute.
Nel corso dei secoli, la villa subì diversi interventi e passaggi di proprietà. Nel 1936 alcune ex residenze medicee furono acquistate dal banchiere romano Enrico Scaretti. Qualche anno dopo, la villa fu nuovamente venduta e divenne proprietà della Congregazione dei Frati Trappisti di Roma, che ne trasformarono parte in convento, parte in asilo e in laboratorio per la produzione artigianale di formaggi. Don Pierino Gelmini sarebbe stato parroco della frazione a partire dai primi anni Sessanta. Questo spiegherebbe perché nel 1965, un atto notarile avrebbe trasferito la villa a don Pierino Gelmini per le attività della sua associazione sociale e umanitaria (probabilmente la Comunità Incontro o una sua prima esperienza oppure Mondo X).
Vale la pena fare un breve inciso per via dell’assonanza dei nomi, pur senza riscontrare correlazioni concrete con i fatti. Le cliniche o istituti denominati “Pio X” compaiono marginalmente nella vicenda dei delitti attribuiti ai cd. mostri di Firenze. Un caso di interesse riguarda il professor Roberto Klinger, ucciso a Milano in via Muratori il 18 febbraio 1992 mentre si recava presso la clinica Pio X, dove lavorava. Indagato per l’omicidio (poi archiviato), fu Alessandro Luca Pieretti, toscano, paziente del medico e a sua volta medico già primario di un CTO. Tale Pieretti sarebbe stato indagato anche grazie a una lettera anonima inviata al Corriere della Sera il 10 agosto 1992. Secondo questa lettera, Pieretti avrebbe assassinato Klinger perché lo avrebbe riconosciuto come l’autore dei delitti del mostro. Non è noto se Pieretti fosse parente della signora Antonietta Pieretti, che nel 2005 rilasciò una testimonianza in qualità di dipendente dello studio notarile Biavati di Foligno. Particolari ed inquietanti lettere anonime sarebbero state inviate anche alcuni giorni dopo il delitto, sia ad Ansa sia a Corriere delle Sera con una presunta rivendicazione intestata a Falange Armata.
La misteriosa sigla Falange Armata comparve tra la fine degli anni Ottanta e la metà degli anni Novanta, utilizzata per rivendicazioni telefoniche o scritte legate a numerosi episodi di cronaca nera, tra cui i delitti delle bande15 della Uno Bianca. Sebbene sia stato ormai ampiamente ipotizzato, sia da storici che da magistrati, che la sigla fosse legata a un’operazione paramilitare simile o coincidente con la rete Gladio, non è ancora possibile definirne con esattezza i contorni o l’effettiva struttura di questa operazione coperta. Le rivendicazioni principali della Falange Armata hanno riguardato le stragi sul continente del biennio 1992–1993, inclusi gli attentati contro Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, nei quali potrebbe emergere un coinvolgimento di P. B16. L’ultima apparizione della sigla risale al 2014, quando furono rivolte minacce al detenuto Totò Riina, che in carcere stava rilasciando dichiarazioni considerate scomode; il messaggio gli ricordava che lo stesso capo di Cosa Nostra, aveva una famiglia fuori dal carcere… Va inoltre segnalata la capacità della Falange Armata di compiere atti di pirateria informatica nel 1995, con attacchi alla Banca d’Italia, all’agenzia AdnKronos e agli uffici della Regione Friuli-Venezia Giulia.
Tornando agli istituti o cliniche Pio X, inoltre, si segnala che l’Istituto Pio X di via dei Serragli ricevette chiamate dalla stessa scheda telefonica utilizzata per minacciare l’estetista Dora F. Dall’episodio di queste minacce telefoniche nei confronti dell’estetista prese avvio l’indagine del dott. Mignini sui fatti del Trasimeno. Oltre all’istituto Pio X con la stessa scheda telefonica fu contattata anche la nota comunità agricola di Vicchio e la residenza di un parroco, ad oggi mai individuato dai ricercatori, nello stesso comune di Vicchio.
Riprendendo il discorso relativo ai cambi di proprietà della villa, si segnala che intorno al 1964, la villa fu soggetta a un nuovo progetto di ristrutturazione, avviato dopo lo sgombero del caseificio e delle suore dell’Ordine di Clausura. Il progetto, affidato all’architetto romano Mattia Tiraboschi, coincise con un nuovo passaggio di proprietà, presumibilmente deciso dai tribunali, a favore di una società romana. Il passaggio di proprietà dalla gestione di don Gelmini, o da una fondazione a lui collegata, alla società romana (che non è stato ancora ricostruito con precisione) potrebbe essere stato una conseguenza della condanna che Gelmini subì nel 1971. In quell’anno, fu condannato a quattro anni di reclusione per emissione di assegni a vuoto, truffa e bancarotta fraudolenta. Questa situazione finanziaria e legale potrebbe aver portato possibilmente alla cessione della proprietà. Accuse ben più gravi gli furono mosse successivamente, nel 2007, riguardanti presunti abusi, nei confronti di alcuni ospiti di una comunità ad Amelia. Alcuni dei presunti abusati sarebbero stati minori all’epoca dei fatti.
A partire dai primi anni Duemila, la villa fu utilizzata dalla società T. il Palagio Snc per attività di ristorazione legate a convegni, eventi, matrimoni e ricevimenti. Numerosi brand internazionali organizzarono i propri eventi nella suggestiva cornice della villa. Per i matrimoni, era offerta un’animazione speciale che includeva l’ode all’amore, con figure mascherate di Venere e Cupido che accompagnavano la declamazione della poesia. Chi scrive ha ricevuto da fonti riservate fotografie di questa animazione, ma non è riuscito a reperire il testo del poema. Dal 2011, la villa è passata a una nuova proprietà estera. Nel 2013, è stata riconosciuta come patrimonio dell’umanità dall’UNESCO.
Fatti storici noti.
È noto che nel 1576, Eleonora di Toledo fu tragicamente assassinata dal marito Pietro de’ Medici all’interno della villa. La storia narra che Pietro, accecato dalla gelosia, la pugnalò a morte. Questo evento ha dato origine a numerosi racconti e leggende riguardanti presunte presenze spettrali nella villa.
Questi racconti sono alimentati anche da un altro tragico evento avvenuto il 16 settembre 1990. Durante un rave tenutosi presso la villa, il diciannovenne romano Angelo Fedele fu colpito da una coltellata al torace e morì poco dopo. L’evento, per il quale la villa era stata affittata dalla società Endas e dall’emittente fiorentina Tuttoradio, attirò oltre cinquemila persone da varie parti d’Italia. Secondo alcuni testimoni, durante il rave circolava droga e si sarebbero viste armi. Diversi scontri sarebbero scoppiati tra tifoserie calcistiche opposte, romane e fiorentine. Fedele potrebbe essere rimasto coinvolto in questi tafferugli, morendo intorno alle sei del mattino. Tra i feriti figurano i fiorentini Marco Grilo (24 anni), Valerio Grilli (20 anni), Massimo Seccani (26 anni) e Alessandro Cannone (20 anni), tutti residenti nel quartiere Isolotto di Firenze.
Il libro di Giuttari del 2022.
Con grande sorpresa di dr. parker, a circa due anni di distanza dalla ricerca e dalla recensione del libro di Diego Cugia, è emerso che anche un altro autore, l’ex ispettore dott. Michele Giuttari, menzionò proprio questa villa nel suo libro uscito a settembre del 2022: “I Mostri di Firenze e il Patto Segreto”.
A pagina 26 si legge infatti: “aggiunse che Francesco (nda: Francesco Vinci) gli aveva parlato di alcuni luoghi, tra cui una villa nel Mugello, dove facevano stregonerie e riti di magia ai quali lui non aveva mai partecipato”. Il racconto si riferisce alla testimonianza del nipote di Francesco Vinci, Antonio, che fu interrogato dal G.I.De.S. il 21 febbraio del 2006.
Nel libro del dott. Giuttari viene anche identificata la villa come quella nel territorio di Barberino, “poco oltre la diga di Bilancino” ovvero la stessa villa tracciata da parker due anni prima, nel 2020. Questa conferma defacto della pista della villa offerta dal dott. Michele Giuttari apre scenari interessanti e conferma la valenza della stessa villa, utilizzata possibilmente per incontri di magia da un certo raggruppamento di persone. Come avrebbe dichiarato Antonio, queste persone sarebbero state vicine a Francesco Vinci che sapeva di questi fatti.
L’articolo del 2024.
A due anni di distanza del citato libro del ex capo della squadra mobile fiorentina, si riceve notizia della pubblicazione di un articolo su un quotidiano locale del Mugello, in una data per il caso dei mostri particolarmente significativa, ovvero prossima alla ricorrenza del delitto di Calenzano. L’articolo è scritto dall’architetto Mattia Tiraboschi, già menzionato per i lavori di restauro avviati intorno alla metà degli anni Sessanta. Nell’articolo di accompagnamento, firmato dalla redazione, Tiraboschi è indicato come “a lungo proprietario” della villa, un dato che non risulta verificato nei riscontri precedenti. Tiraboschi si deve ritenere coinvolto nella società romana che acquisì la villa, oppure ne divenne proprietario in un secondo momento?
Nell’articolo, inoltre, viene ripercorsa la storia della villa a partire dall’epoca medicea fino alla congregazione “dei Frati Trappisti in Roma con don Pierino Gelmini”. Successivamente con dei passaggi non chiari per chi legge vengono introdotte le morti di Antonino Tofani definito come “nostro socio”, quella di “Lay” trovato morto sul vaso di un bagno della villa, la demenza di “Gerome” portato “via da un gruppo di parenti, apparsi improvvisamente dopo circa quarant’anni, prima a Barberino di Mugello poi a Padova dove si è spento per sempre”.
Successivamente viene rievocata la morte di Angelo Fedele nel 1990, con la precisazione che “la nostra società” (sembrerebbe quella dell’architetto) non rimase coinvolta nel processo, poiché il decesso avvenne all’esterno della villa. Viene quindi introdotta la figura di Eleonora da Toledo, moglie di Pietro de’Medici e le inquietanti presenze che l’architetto avrebbe percepito mentre viveva da solo nella villa, in un periodo successivo all’acquisizione.
A questo punto, viene introdotta nell’articolo la figura della maga Clara di Civitanova Marche, a cui l’architetto avrebbe confidato sia l’episodio di Eleonora sia “altre dicerie”. L’architetto racconta inoltre di un progetto di un complesso residenziale che aveva disegnato per conto della maga, nelle vicinanze del casolare dove lei esercitava la sua attività a Civitanova Marche. Questo progetto, nonostante un passaggio promozionale su Rai 1, non fu approvato dall’amministrazione per motivi urbanistici. La maga “molto amareggiata” avrebbe sentenziato per il sindaco la caduta dalle scale del comune e la rottura della gamba, circostanze che sarebbero poi sinistramente avvenute il giorno seguente.
Secondo il racconto, la maga Clara avrebbe consigliato all’architetto di parlare con Eleonora. Tale evento si sarebbe svolto nella villa, alla presenza di “Mimmo”, un amico della maga e giornalista della Rai. Il rito fu eseguito con circa cento candele bianche e rosse disposte in doppio cerchio: le bianche all’esterno, le rosse all’interno, sul pavimento del salone al primo piano. Sul caminetto furono posizionati cinque piattini “normali da cucina”, allineati. Alla mezzanotte del giorno della “cerimonia”, la maga, dal centro del cerchio di candele rosse, avrebbe dato inizio al rito. I presenti, tra cui un cameraman di Rai 2, rimasero all’esterno del secondo cerchio di candele bianche. Durante la cerimonia, ogni volta che la maga pronunciava il nome di Eleonora, i piatti sul camino si sarebbero frantumati. In un momento separato, la maga affermò di aver visto Eleonora vestita di nero e riferì che quest’ultima avrebbe richiesto “sesso e soldi”. L’articolo prosegue raccontando la storia di Eleonora di Toledo, uccisa per strangolamento al primo piano della villa da Pietro de’ Medici come vendetta per i suoi tradimenti. Nella conclusione si racconta della presentazione del libro sull’edificio, scritto dall’architetto, presentazione che si sarebbe svolta alla presenza di numerose autorità e della stampa.
Per chi scrive, il senso generale di questo articolo di recente pubblicazione rimane oscuro.
dr. parker
the master of San Casciano: one step closer
IL GRUPPO FIORENTINO
dr. parker
“la via ermetica concerne le antiche
filiazioni del serpente rosso
degli gnostici ofidiani”
J. P. Giudicelli, Pour la Rose Rouge et la Croix d’Or
Premessa.
In questo articolo si cercherà di tracciare, per quanto possibile, il patrimonio esoterico che ha attraversato la Toscana. Questa ricerca non è semplice, poiché le fonti sono spesso limitate: logge, sette o scholae esoteriche (come si preferisca definirle) tendono per loro natura iniziatica a mantenere riservate le proprie conoscenze. Queste particolarissime associazioni sono infatti soventemente strutturate in cerchi, con un cerchio esterno visibile e uno interno più nascosto.
Analogamente, anche le loro pubblicazioni seguono spesso un doppio binario: da un lato, copie disponibili pubblicamente seppure in ambiti di settore; dall’altro, edizioni riservate o uniche, accessibili solo agli iniziati. In alcuni casi si riscontra il caso delle pubblicazioni pubbliche prive di specifici capitoli presenti esclusivamente nelle edizioni destinate al cerchio ristretto.
L’articolo non ha la pretesa di essere esaustivo, ma anzi si propone come una sintesi parziale della vasta disciplina, anche perché l’insieme delle informazioni è frammentato nelle molte scholae e circoli e in buona parte, volutamente criptico. Con questo documento si intende fare luce sull’ambiente comunemente definito esoterico, esplorando le molteplici sfumature di questo termine. Si partirà dall’Antico Egitto per arrivare al cosiddetto gruppo fiorentino, attraversando le evoluzioni delle diverse scuole esoteriche lungo il percorso.
Per agevolare la lettura, presentiamo di seguito il sommario dei capitoli della parte prima:
La magia nell’Antico Egitto
Beverly Randolph (1825 -1875)
La magia sessuale di Georges Saint-Bonnet (1898–1963)
Kremmerz (1861 — 1930) e la Fratellanza Terapeutica Magica di Myriam
Il gruppo fiorentino
La Confraternita di Erim
Pour la Rose Rouge et la Croix d’Or
Charles Godrey Leland e il Vangelo delle Streghe
Marco Massai
I Martinisti
Nella seconda parte si esaminerà la questione esoterica nella realtà del caso dei mostri di Firenze. I capitoli sono i seguenti:
La consulenza depositata di Massimo Introvigne
Il medico di Perugia Francesco Brunelli
Quello che la consulenza Introvigne non dice
La possibile sovrapposizione tra eversione ed esoterismo
Parte I
La magia nell’Antico Egitto.
L’Antico Egitto offre un panorama complesso e affascinante delle pratiche magiche che permeavano la vita quotidiana, religiosa e politica. La magia, o heka, era vista come una forza fondamentale alla base dell’universo. Non solo il faraone, ma anche i sacerdoti e maghi utilizzavano rituali per influenzare il mondo, con lo scopo di mantenere l’ordine cosmico mat e garantire la prosperità dell’Egitto.
A differenza delle tradizioni occidentali, la magia egizia era strettamente legata alla religione ufficiale e ai rituali di stato. Il faraone, in qualità di sommo sacerdote, era considerato una figura divina e attraverso rituali magici, era responsabile del benessere della nazione. Questi rituali includevano la protezione del regno contro i nemici, il controllo delle piene del Nilo e la garanzia della fertilità della terra. La magia era praticata attraverso formule scritte, amuleti e rituali complessi, molti dei quali erano riservati ai sacerdoti delle Case della Vita. Questi erano centri di apprendimento esoterico in cui venivano conservate le conoscenze sacre e le pratiche magiche.
La magia sessuale (di cui si parlerà successivamente) nell’Antico Egitto non era esplicitamente presente come un rituale separato, ma molti simboli e pratiche suggeriscono l’importanza dell’energia sessuale come fonte di potere e rigenerazione. Ad esempio, il mito di Osiride e Iside rappresenta un archetipo di morte e resurrezione in cui l’energia sessuale gioca un ruolo fondamentale nella rinascita di Osiride, un tema che simbolizza la ciclicità della vita e la potenza creativa della sessualità. Questo tipo di magia non era volto solo alla soddisfazione personale, ma aveva un significato cosmico, volto a mantenere l’ordine universale e la continuità della vita.
Nonostante le differenze culturali e storiche, le pratiche magiche dell’Antico Egitto sono spesso richiamate e considerate un riferimento fondamentale per la magia occidentale. Tuttavia, una differenza cruciale emerge nel contesto in cui queste pratiche verranno eseguite, a partire dal XVIII secolo. Il filo conduttore che unirà alcune delle principali correnti esoteriche alla tradizione è il desiderio di influenzare e alterare la realtà tramite un controllo raffinato delle energie, spesso attraverso rituali complessi e stati di coscienza alterati.
Beverly Randolph.
Paschal Beverly Randolph (1825 – 1875) fu un medico, occultista, spiritualista, medium e scrittore statunitense. Durante l’adolescenza, lavorò come marinaio per mantenersi, viaggiando in Europa, Africa e Medio Oriente, dove sviluppò un profondo interesse per il misticismo e l’occultismo. Lasciato il mare, intraprese una carriera come conferenziere e scrittore, esibendosi regolarmente come medium in trance e offrendo servizi di pratica spirituale. Dopo essersi formato come medico, scrisse più di cinquanta opere su magia e medicina, fondò una casa editrice indipendente e promosse il controllo delle nascite, un tema controverso per l’epoca.
Randolph è ricordato per aver introdotto i principi dell’alchimia erotica negli Stati Uniti e per aver fondato, nel 1858, la Fratellanza dei Rosa Croce, la più antica organizzazione rosacrociana negli Stati Uniti. Le sue teorie sulla magia sessuale influenzarono successivamente diversi gruppi esoterici, tra cui la Fratellanza Ermetica di Luxor, fondata nella seconda metà del XIX secolo e attiva fino al 1900. La Fratellanza di Luxor si caratterizzava per un approccio pratico: i membri erano invitati non solo allo studio ma anche all’applicazione diretta delle conoscenze acquisite. Sebbene l’organizzazione abbia lasciato poca documentazione, si ritiene che essa abbia influenzato movimenti successivi, tra cui l’Ordine Ermetico dell’Alba Dorata (Golden Dawn), fondato in Gran Bretagna verso la fine del XIX secolo.
Queste due ultime fratellanze esoteriche citate possono essere considerate i pilastri della magia moderna, fungendo da ponte tra le pratiche esoteriche ottocentesche e i movimenti spirituali e magici del XX secolo.
La Magia Sexualis di Randolph
Sebbene vi siano dubbi sull’attribuzione del testo intitolato Magia Sexualis a Paschal Beverly Randolph, l’opera è comunemente associata al suo nome. La versione attualmente in circolazione è una rielaborazione in lingua francese a cura di Maria de Naglowska.17
L’opera esplora la magia sessuale come mezzo per influenzare la realtà astrale e materiale tramite pratiche rituali basate sull’unione sessuale. Al centro vi è l’idea che l’energia sessuale, se canalizzata correttamente, possa favorire obiettivi spirituali o materiali. Randolph sostiene in estrema sintesi, che la polarità energetica tra uomo e donna, combinata a visualizzazioni mentali, generi un’emanazione astrale durante il climax, capace di manifestarsi nel mondo materiale con esercizio costante. Questo tipo di magia si basa fortemente sulla sincronia tra emozioni, intenzioni e atti fisici, cercando di armonizzare l’energia sessuale con la proiezione mentale.
La magia sessuale di Georges Saint-Bonnet.
Un approccio leggermente diverso è quello presentato da Georges Saint-Bonnet18, il quale adotta una visione più filosofica e meno ritualistica della magia sessuale. Nel suo libro più noto Della Magia Sessuale (De la Magie Sexuelle), Saint-Bonnet enfatizza l’idea che la magia sessuale sia soprattutto un viaggio interiore. In contrasto con Randolph, Saint-Bonnet si concentra sull’aspetto spirituale e psicologico dell’atto magico, distaccandosi dalle pratiche ritualistiche.
Kremmerz e la Fratellanza Terapeutica Magica di Myriam.
Giuliano Kremmerz, pseudonimo di Ciro Formisano (Portici, 9 aprile 1861 – 7 maggio 1930), mostrò un interesse precoce per le scienze occulte e la filosofia esoterica. Formisano, spinto dalla curiosità intellettuale e dal desiderio di comprendere i misteri dell’universo, studiò medicina, ma presto si avvicinò alle dottrine esoteriche, influenzato da figure come Eliphas Levi e Gérard Encausse (meglio conosciuto come Papus).
Nel 1896, fondò la Schola Philosophica Hermetica Classica Italica, conosciuta anche come Fratellanza Terapeutica Magica di Myriam, un’organizzazione esoterica dedicata alla guarigione e alla pratica della magia terapeutica. Kremmerz dedicò gran parte della sua vita allo studio delle tradizioni esoteriche e alla creazione di una scuola di pensiero che integrava elementi di alchimia, astrologia, magia e medicina tradizionale.
Tra le sue opere principali: La Scienza dei Magi, Il Mondo Secreto e Introduzione alla Scienza Ermetica. In questi testi l’autore esplora i principi della magia e dell’alchimia, cercando di renderli accessibili ai lettori della sua epoca. Kremmerz scrisse fino alla sua morte, lasciando un’eredità che continua a influenzare numerosi gruppi esoterici e di magia in Italia e nel mondo.
La magia sessuale di Kremmerz.
La magia sessuale, secondo Kremmerz, è una pratica complessa che richiede una profonda comprensione dei principi fluidici e delle energie sottili. Kremmerz descrive come l’amore tra due esseri deve essere autentico, con una perfetta coincidenza di polarità fluidiche e fisiche per poter generare un benessere e una stabilità energetica. L’equilibrio fluidico è fondamentale e la continenza sessuale è spesso necessaria per il praticante di magia. Kremmerz distingue tra magia naturale e magia divina. La castità è ritenuta essenziale nella magia divina per mantenere l’elevazione spirituale e attrarre intelligenze superiori. Kremmerz sosteneva che l’energia sessuale è una delle forze più potenti dell’universo. Questa energia, se trasformata e utilizzata correttamente, può servire a scopi magici e spirituali: “l’energia sessuale è la forza vitale primaria che, se correttamente compresa e canalizzata, può portare a una trasformazione interiore19”.
Altri concetti sviluppati da Kremmerz includono riti e meditazioni volti a dirigere consapevolmente l’energia sessuale, pratiche che richiedono disciplina, concentrazione e studio. Come afferma Kremmerz: “il rito della magia sessuale implica una profonda comprensione dell’energia kundalini, che risiede alla base della colonna vertebrale20”. Anche l’uso di simboli e archetipi sarebbe importante per rappresentare le energie coinvolte e per guidare l’operatore nei suoi rituali. La magia sessuale, secondo Kremmerz, non dovrebbe essere interpretata in modo banale o riduttivo, ma come una pratica sacra che richiede preparazione, purezza di intenti e disciplina.
La magia ermetica di Kremmerz.
La magia ermetica è una disciplina esoterica che trae le sue radici dalle antiche tradizioni alchemiche, gnostiche e cabalistiche. Essa prende il nome da Ermete Trismegisto21, una figura mitica che viene considerata il fondatore della sapienza ermetica, colui che ha rivelato i segreti della magia e dell’alchimia.
Secondo Giuliano Kremmerz la magia ermetica è un’arte che permette all’uomo di entrare in contatto con le forze universali, manipolandole per ottenere risultati concreti nel mondo materiale e spirituale. Uno degli strumenti fondamentali della magia ermetica è il verbo, la parola sacra che, quando pronunciata con consapevolezza e intenti puri, può influenzare la realtà. Il mago ermetico deve inoltre padroneggiare la meditazione e la visualizzazione, tecniche che permettono di concentrare e dirigere l’energia psichica.
Anche le lunazioni, ovvero le fasi lunari, hanno un ruolo cruciale nella pratica ermetica e magia. Per Kremmerz era molto importante infatti sincronizzare le operazioni magiche con le fasi lunari per amplificarne l’efficacia. La luna nuova, ad esempio, è il momento propizio per iniziare nuovi progetti e fare incantesimi di rinnovamento e crescita. La luna piena, invece, è associata al potere massimo, ideale per rituali di manifestazione e potenziamento. Le fasi calanti e crescenti della luna sono rispettivamente indicate per liberarsi da energie negative e per attrarre abbondanza.
Nella tradizione ermetica di Kremmerz, moltissimi scritti sono inerenti Iside, la grande dea dell’Antico Egitto, che rappresenta l’archetipo della Madre Divina, una figura che è stata reinterpretata in diverse culture e tradizioni (a partire dalla Etrusca Disciplina di cui si dirà successivamente). Iside viene venerata come la “Madonna delle Rose”, un simbolo di amore, fertilità e trasformazione. Iside è colei che possiede le chiavi della vita e della morte, la dea che riunisce i frammenti dispersi dell’anima umana e la guida verso la rigenerazione spirituale. La rosa, con la sua bellezza e il suo profumo, è il simbolo della purezza e della perfezione raggiunta attraverso il dolore e la trasmutazione. I praticanti della magia ermetica invocano Iside per ottenere protezione, guarigione e illuminazione. Kremmerz nel costruire la sua schola identificherà la Miriam con la “Mistica Rosa”.
Anche l’ordine dei Rosacroce ha influenzato profondamente la filosofia e la pratica magica occidentale, inclusa quella di Giuliano Kremmerz. L’ordine esoterico sarebbe stato fondato nel medioevo da Christian Rosenkreuz. La simbologia dei Rosacroce unisce la rosa, simbolo dell’amore e della purezza e la croce, rappresentazione della sofferenza e del sacrificio. I Rosacroce cercarono la conoscenza occulta e la saggezza divina attraverso l’alchimia, la meditazione e lo studio delle antiche scritture.
Anche la medicina iniziatica rientra negli ambiti trattati da Kremmerz. Tale medicina è da intendersi come una forma di guarigione che combina le conoscenze ermetiche con le pratiche mediche tradizionali. Secondo Kremmerz, la salute fisica è strettamente legata all’armonia spirituale e mentale. La malattia è vista come un segnale di squilibrio, che deve essere trattato non solo sul piano fisico, ma anche su quello energetico e spirituale. La medicina iniziatica utilizza rimedi naturali, come erbe e minerali, in combinazione con rituali e preghiere. Il guaritore iniziato agisce come un intermediario tra le forze divine e il paziente, facilitando il processo di guarigione attraverso l’uso consapevole delle energie cosmiche.
I circoli kremmerziani.
Tra il XIX e il XX secolo, Firenze divenne un centro nevralgico per i movimenti esoterici italiani, attirando studiosi e praticanti da varie parti d’Italia, inclusa la Torino magica. La città toscana, con la sua eredità rinascimentale e un’aura di profonda spiritualità, offriva un terreno fertile per la diffusione delle idee ermetiche e delle pratiche iniziatiche.
In questo contesto, Giuliano Kremmerz emergeva come una figura di spicco, dedicandosi alla promozione della conoscenza esoterica e fondando scuole di pensiero che avrebbero attratto numerosi discepoli. I circoli kremmerziani, tuttavia, risultano difficili da mappare, sia per la natura riservata delle pratiche che per la varietà di forme e sfumature che essi assunsero nel corso del tempo. Alcuni di questi gruppi potrebbero aver trovato ispirazione nei Fedeli d’Amore, un’antica cerchia di poeti e mistici medievali (la cui esistenza non è direttamente riscontrata) — tra i quali si suppone possa aver militato anche Dante Alighieri — che utilizzavano la poesia per esprimere le proprie esperienze spirituali e la ricerca di una verità trascendente. Secondo Kremmerz, i Fedeli d’Amore non erano semplici poeti romantici, ma iniziati che custodivano una saggezza esoterica. Nell’amore, infatti, avrebbero visto non solo un sentimento, ma un cammino di iniziazione che, attraverso un raffinato simbolismo, conduceva l’individuo verso l’unione mistica con il divino.
Kremmerz riteneva che i Fedeli d’Amore fossero depositari di una tradizione esoterica che si era mantenuta viva nei secoli, continuando a influenzare il pensiero e la pratica magica sino ai suoi giorni. Le loro opere poetiche, intrise di simboli e allegorie, nascondevano verità spirituali profonde che parlavano a chi era in grado di decifrarle, fungendo da ispirazione per i circoli esoterici e per i discepoli di Kremmerz.
Il Gruppo Fiorentino.
Il gruppo fiorentino è un elemento intrigante delle opere di Kremmerz, menzionato come un collettivo di studiosi e praticanti esoterici operanti a Firenze. Questo gruppo rappresenterebbe un cerchio di intellettuali e iniziati dedicati allo studio delle scienze occulte, della filosofia ermetica e delle pratiche magiche.
Il gruppo sembra aver avuto un’influenza significativa su Kremmerz, contribuendo allo sviluppo delle sue teorie e pratiche magiche: “il gruppo fiorentino ha svolto un ruolo cruciale nella formazione del mio pensiero esoterico. Grazie alla loro guida e al loro sapere, ho potuto esplorare dimensioni della magia e dell’alchimia che altrimenti mi sarebbero rimaste inaccessibili”.
Il gruppo si dedicava a una varietà di studi e pratiche, tra cui l’alchimia, l’astrologia e la magia terapeutica. Questo collettivo avrebbe lavorato in segreto, con un rigido sistema di iniziazione e trasmissione delle conoscenze esoteriche.
Kremmerz descrive il gruppo come “un faro di luce nell’oscurità dell’ignoranza. Questi studiosi, attraverso lo studio rigoroso e la pratica costante, hanno aperto vie di comprensione che ancora oggi illuminano il cammino di chi cerca la saggezza ermetica”. Per cercare di avvicinarci al gruppo fiorentino sarà utile introdurre un’altra confraternita, quella di Erim.
La Confraternita di Erim.
Questa Confraternita avrebbe operato in ambito esoterico (mistico cristiano) sulla base degli insegnamenti del conte Umberto Amedeo Alberti di Catenaia (1879 – 1938) nobile fiorentino conosciuto con lo pseudonimo di Erim (o Erim di Catenaia) che annoverò tra le sue conoscenze, oltre a Kremmerz, J. Evola, A. Reghini, M. Scaligero ed altri importanti esoteristi.
Il conte Amedeo Alberti di Catenaia.
Il conte Alberti di Catenaia avrebbe pubblicato solo una serie di serie di tredici articoli sull’occultismo in un settimanale poco conosciuto, sarebbe sato un esoterista cristiano, cabalista e martinista. Ancora il conte avrebbe coltivato l’interesse per le scienze occulte insieme alla moglie Ersilia. Il conte sarebbe stato l’iniziatore anche di un misterioso Ordine dei Telei o esseinco.
La sua opera è principalmente conosciuta grazie agli scritti di Paolo Virio e ancor più grazie agli scritti del cognato di Virio, Massimo Scaligero.
Paolo Virio.
Paolo Virio (1910 – 1969), pseudonimo di Paolo Marchetti, sarebbe stato l’ultimo (noto) Maestro della Confraternita di Erim. Assieme a sua moglie Luciana (alias di Adelina Scabelloni sorella di Massimo Scaligero di cui si dirà successivamente) continuerà la via iniziatica e sessuale tracciata dal maestro.
Una raccolta degli insegnamenti di Umberto Alberti fu curata da Paolo M. Virio sotto lo pseudonimo di Erim, con il titolo Il Conseguimento Celestiale. Dottrina e Tradizioni dell’Esoterismo Cristiano (Roma, 1970). Le opere della raccolta hanno un linguaggio complesso. Nel testo viene descritta la visione dell’Alberti nei confronti del corpo femminile visto come veicolo di profanazione, oggetto di varie pratiche di magia sessuale, anche aberranti.
Gli insegnamenti di Erim sono fortemente influenzati da pratiche gnostiche estreme. Viene descritta una cerimonia rituale complessa, in cui un coito interrotto è seguito da una “comunione”, ripetuta ciclicamente per ognuno degli Arconti gnostici. Paradossalmente, ma forse no, questa cerimonia celebrerebbe il Grande Arconte, il demiurgo, creatore ignorante e tiranno del mondo materiale. L’invocazione rituale da parte dell’uomo alla donna “abbi rapporto sessuale con me, affinché possa condurti dall’Arconte”, rappresenterebbe l’inizio di un percorso di ascesa e discesa lungo la scala degli Arconti, richiamata dagli Arcani dei tarocchi di Erim e si completa in 730 passaggi (due volte 365). Solo dopo aver completato questo cammino, il celebrante potrebbe dichiarare: “io sono il Cristo”. Al cuore di questi insegnamenti, vi è l’idea che la celebrazione del malvagio Arconte coincida con il suo trascendimento. Solo così si spiega il continuo e ossessivo riferirsi alle opere diaboliche o kakodeminiche quale processo necessario di una religione ipogea, inquadrata in un metodo di “attraversamento delle tenebre”. L’attraversamento delle tenebre si realizza con “un operazione di terra” (la nigredo alchemica), che permette di tornare all’origine attraverso un percorso a ritroso, in cui si cerca un materiale sacrificale da offrire al “signore di questo mondo” (il Grande Arconte). Qui emerge un principio che richiama il satanismo, poiché si cerca una coppia da sacrificare alle tenebre, un’oblazione alle potenze inferiori, concetto che rimanda a visioni antiche e pagane, delle potenze oscure. Alcuni critici sostengono che l’insegnamento di Alberti sia una reinvenzione ottocentesca della gnosi e che i suoi rituali estremi mirino più a interpretazioni moderne che a autentiche tradizioni antiche.
Un altro concetto riguarda il kama loka, un mondo astrale in cui per un certo tempo, l’anima può continuare a vivere. È il tema dell’anima individuale consapevole per la quale sarebbe possibile accumulare energia in modo vampirico da altre anime intrappolate nel kama loka: “[…] tutta l’iniziazione e l’opera magica dell’Antico Egitto era volta a beneficiare il vertice della piramide, Pontefice o Re, emancipando la carne e fissandola alla mummia sotto forma di vampiro permanente, a discapito della base costituita dai paria”. Le anime di chi muore per suicidio o morte violenta tendono a restare intrappolate nel kama loka, incapaci di staccarsi dalla vita e cariche di desiderio irrisolto. Esse restano nel kama loka per il tempo che avrebbero dovuto vivere.
Alcuni documenti sarebbero stati omessi dalla raccolta Il Conseguimento Celestiale perché destinati al solo circolo interno dei discepoli. Tuttavia, la divulgazione di questi documenti, compresi dei disegni in bianco e nero di sigilli e altre tavole, permetterebbe di approfondire le operazioni legate alla magia sessuale praticate dalla Confraternita di Erim. Questo materiale riservato circolerebbe solo in alcuni circuiti esoterici e in qualche loggia massonica di frangia.
Massimo Scaligero.
Antonio Massimo Scabelloni (1906/8–1980), noto come Massimo Scaligero, fu seguace di Rudolf Steiner e promotore dell’antroposofia in Italia, oltre che un prolifico scrittore e giornalista. Verso la fine della sua vita, raccolse pensieri e riflessioni autobiografiche nel libro Dallo Yoga alla Rosacroce (Roma 1972), offrendo una visione su come le discipline orientali come lo yoga possano integrarsi con la tradizione esoterica occidentale dei Rosacroce. Ovviamente per Scaligero lo yoga non sarebbe da intendersi come la pratica di semplici esercizi fisici o tecniche di rilassamento. Il cuore del libro è la sintesi tra la via spirituale orientale e quella occidentale. Lo yoga rappresenterebbe la saggenza interiore mentre i Rosacroce la saggezza cosmica.
Scaligero originariamente dedicò un capitolo del libro al cognato Paolo Virio, ma questo sarebbe poi stato eliminato, forse anche per la scomparsa improvvisa di Virio. Scaligero si sarebbe rifiutato di seguire alcune pratiche dell’Alberti, pur tuttavia apprezzandone molti degli insegnamenti compreso l’aver denunciato quella che riteneva essere la malafede di Kremmerz e del suo Ordine di Miriam, con cui l’Alberti avrebbe avuto una lunga rivalità: “Formisano da Portici, falso maestro, falso mago e maldestro copiatore di antichi testi magici e delle Rituarie Martiniste che lo sciagurato, violando i Sacri giuramenti fatti al Suo Iniziatore, Papus, divulgò ai non iniziati spacciandole per proprie, onde la denuncia di Erim che abbiamo sopra integralmente riportata! Del resto Erim di Catenaia (e di conseguenza Virio e Consorte, oltre che il Palamidessi) avevano, come si suole dire, scoperto l’acqua calda dal momento che lo Yoga sessuale (o spagyria a due vasi che dir si voglia) descritto dall’Alberti altro non è mutatis mutandis che il celebre kundalini-yoga delle antiche scuole Tantriche indiane, in specie bengalesi, con alcune “opportune” correzioni: in pratica gli operatori, attraverso l’energia sprigionata dalle forze dell’eros, attivano i centri sottili o chakras, facendo scorrere quella Forza che normalmente riposa inerte alla base del coccige e che viene denominata kundalini lungo la colonna vertebrale”.
Pour la Rose Rouge et la Croix d’Or.
Una conferma indiretta delle pratiche introdotte dal conte Alberti si ha con Pour la Rose Rouge et la Croix d’Or, un testo di Jean-Pierre Giudicelli de Cressac Bachelerie del 1988 poi riedito nel 2007. L’opera è dedicata all’esplorazione approfondita dell’alchimia, dell’ermetismo e degli ordini iniziatici, con particolare attenzione ai Rosacroce e alle tradizioni legate agli Arcana Arcanorum.
Gli Arcana Arcanorum sarebbero le conoscenze rare e preziose trasmesse in ordini iniziatici riservati. Giudicelli esplora queste “filiazioni interne”, ossia le tradizioni segrete dei Rosacroce che si sarebbero sviluppate in alcune delle confraternite ermetiche e rosacrociane più esclusive. Questi insegnamenti sarebbero raramente presenti nei testi pubblici, riservando la conoscenza ai pochi iniziati.
Giudicelli menziona anche il conte Umberto Amedeo Alberti di Catenaia, che si sarebbe ispirato anche agli studi del napoletano Kremmerz. Nonostante l’enfasi dell’Alberti sull’esoterismo cristiano, Giudicelli ci conferma che il conte Erim coltivasse pratiche sessuali segrete, simili a certe correnti gnostiche libertine, che utilizzavano l’eros come mezzo per trascendere il mondo materiale. Il testo offre una panoramica dell’alchimia e degli ordini sulla base delle conoscenze profonde in possesso dell’autore.
Per inciso, è utile ricordare la giornalista Gabriella Pasquali Carlizzi (1947 – 2010). La trattazione della studiosa, esperta e nota per le sue ricerche sul caso, è stata omessa da questo articolo poiché la sua opera è ampia e meritoria di un approfondimento separato. È rilevante, tuttavia, ricordare che già la Carlizzi aveva individuato e delineato le realtà ermetiche di cui abbiamo trattato nel documento. Nel 2001, scrisse riguardo al libro di Giudicelli del 1988, segnalando che questo era disponibile in pochissime copie, una delle quali a Genova. In un articolo del 19 agosto 2001 a firma di Amadore Agostini, pubblicato su La Nazione, si legge un virgolettato della Carlizzi: “il conte… della nobiltà fiorentina trasmise un insegnamento riservato alle coppie di fidanzati; ma è molto pericoloso, poiché la coppia (quella da offrire agli Inferi) deve essere reale, cioè in carne ed ossa.” È interessante notare che, proprio nell’agosto del 2001, il dott. Michele Giuttari condusse una serie di perquisizioni a Genova22.
In un eventuale approfondimento sulla figura della giornalista Gabriella Carlizzi, sarebbe opportuno esaminare attentamente l’ampia documentazione da lei prodotta, soprattutto in chiave esoterica, cercando di distinguere i documenti che potrebbero possibilmente dimostrare che era a conoscenza di eventi poi confermati dagli sviluppi futuri. Questo approccio permetterebbe di rivalutare criticamente una figura spesso considerata controversa. Un esempio significativo è riportato su Il Giornale dell’Umbria del 20 agosto 2004, dove in un virgolettato di un articolo la Carlizzi affermava: “Il cuore del mostro sono tre persone: un americano che vive a Firenze, un suo amico veterano di quei luoghi e un nobiluomo molto amato da chi, come lui, da bambino, non conobbe mai il suo vero padre…”.
Charles Godrey Leland e il Vangelo delle Streghe.
Ritornando a Firenze e alla sua antica tradizione magico-esoterica, è interessante considerare il contributo di Charles Godfrey Leland, scrittore, saggista ed esoterista statunitense, nel suo saggio ritualistico Aradia, o il Vangelo delle Streghe (Aradia or the Gospel of the Witches), pubblicato proprio a Firenze nel 1899.
Leland visse a lungo proprio a Firenze e vi morì nel 1903. Fu molto probabilmente anche affiliato alla massoneria. Lo scrittore fu affascinato dalla vita quotidiana fiorentina, dalle feste popolari e dai rituali religiosi, molte delle quali secondo lo stesso, conservavano elementi di antiche pratiche pagane.
Nel suo testo, Leland esplora la “stregheria toscana”, ispirandosi ai racconti di una certa Maddalena, una sedicente strega fiorentina che dichiarava di tramandare antichi rituali etruschi. Nel testo, Diana è rappresentata come la Regina delle Streghe e divinità creatrice, associata a Lucifero, il Sole, con cui genera Aradia, la figlia portatrice di conoscenza magica. Leland presenta Diana anche come dea della luce e dell’oscurità, legando la sua figura a miti popolari italiani, che includono anche rituali pagani e orgiastici. Le storie e i rituali raccolti nel libro coprono una vasta gamma di argomenti, dalla magia delle erbe, agli incantesimi e amuleti, alle invocazioni e preghiere, alle feste e rituali che con danze e canti che riflettevano un carattere esoterico e magico, fino ai racconti di origine mitologica.
L’opera fu pubblicata tardivamente in Italia (solo a cavallo tra il 1980 e il 1990). Il saggio fu invece pubblicato originariamente in inglese ed ebbe una vasta influenza negli Stati Uniti, dove divenne un punto di riferimento per la cosiddetta Ancient Religion, conosciuta oggi come Wicca.
Marco Massai.
Marco Massai, fiorentino e Gran Maestro del Gruppo Lilith di Firenze, è autore di vari libretti nei quali esplora, amplia e modernizza temi legati alla magia sessuale e alla tradizione occulta. Nei suoi scritti, Massai sfida le convenzioni affermando che la magia sessuale non si limiti all’eterosessualità, ma possa includere pratiche autoerotiche e altre forme di sessualità. Le sue opere trattano anche di tecniche di magia basate sulla visualizzazione e rituali specifici, per ottenere effetti occulti.
La produzione di Massai mescola teorie occulte, rituali pratici e interpretazioni personali. In particolare, i suoi scritti richiamano l’influenza di figure come Randolph, Crowley e Giuliano Kremmerz, da cui riprende l’elogio della magia sessuale. Tra i rituali descritti, spicca il “filtro di morte”, una pozione di cui si dà l’esatta composizione. Massai giustifica anche la comunione con entità qliphotiche (spiriti infernali o demoniaci, secondo la tradizione cabalistica) come strumento per raggiungere la conoscenza del proprio vero se o angelo custode. Infatti, il legame con entità demoniache permetterebbe un’esplorazione profonda dell’inconscio, svelando verità nascoste.
I Martinisti.
I martinisti sono membri di un movimento esoterico e spirituale di matrice cristiana, fondato alla fine del XVIII secolo dal filosofo e mistico francese Louis-Claude de Saint-Martin. Il martinismo si focalizza sulla ricerca della conoscenza divina, sulla trasformazione spirituale dell’individuo e sulla reintegrazione dell’anima con il divino, considerata da Saint-Martin come il fine ultimo dell’essere umano.
Nel XIX secolo, Gérard Encausse, noto come Papus, riportò alla luce il martinismo, formalizzando i suoi insegnamenti e fondando l’Ordine Martinista come società esoterica ufficiale.
Alcuni rituali delle Accademie Kremmerziane mostrerebbero evidenti somiglianze con le pratiche martiniste, un legame che sembrerebbe derivare dal viaggio di Kremmerz in Francia, dove avrebbe ricevuto da Papus l’iniziazione ai primi tre gradi martinisti. Di conseguenza, molti rituali kremmerziani trarrebbero origine dalle pratiche del grado martinista di Associato Incognito. Tuttavia, è motivo di dibattito il fatto che Kremmerz non abbia riconosciuto ufficialmente questa fonte, presentando tali rituali come propri. Questo mancato riconoscimento del rito martinista avrebbe suscitato una profonda irritazione nel Supremo Sinedrio Egizio di Napoli.
Parte II
La consulenza depositata di Massimo Introvigne.
Nel 2002 il prof. Massimo Introvigne in qualità di esperto accreditato nello studio di movimenti religiosi produce la consulenza23 richiesta dal pm Giuliano Mignini. La perizia deve rispondere a due quesiti specifici: i “dati di ritualità funeraria” che potrebbero emergere dalla vestizione del cadavere di FN e i “contesti culturali contemporanei” delle associazioni che potrebbero aver realizzato tali forme di ritualità. In un ulteriore supplemento-integrazione, si richiede al prof. Introvigne di ampliare la ricerca sui “contesti culturali contemporanei”, includendo l’analisi del contesto legato ai delitti fiorentini e alle pratiche di magia sessuale, anche con riferimenti a dinamiche di natura omosessuale.
La relazione analizza le realtà associative che potrebbero essere state attive nell’Italia centrale, in particolare nell’area di Perugia, negli anni Ottanta. Introvigne sottolinea che l’ambiente degli ordini e delle organizzazioni esoteriche si caratterizza per la presenza di membri con appartenenze multiple a diversi ordini, un fenomeno inusuale rispetto alle consuetudini delle religioni tradizionali. Le entità individuate da Introvigne sono:
a) i riti massonici egiziani;
b) le chiese gnostiche;
c) gli ordini martinisti;
d) la corrente kremmerziana (Fratellanze di Miriam e Ordini Egizi);
e) i Rosacroce
f) il filone Ordo Templi Orientis (O.T.O.).
a) I riti massonici egiziani.
Introvigne introduce una distinzione importante, in ambito massonico, tra obbedienze e riti. Le obbedienze rappresentano federazioni amministrative di logge o di gruppi nazionali di logge che accettano un certo livello di coordinamento. I riti, invece, sono i sistemi di gradi massonici che includono le cerimonie e le loro caratteristiche specifiche. È possibile, dunque, che all’interno di una stessa obbedienza vengano praticati diversi riti.
Per quanto riguarda le massonerie egiziane, il termine si riferisce alla cosiddetta massoneria di frangia, ossia quell’insieme di obbedienze orientate prevalentemente verso l’occultismo e la magia. Tali massonerie si allontanano dalla massoneria regolare, finendo spesso per dotarsi di gradi azzurri propri, diventando spesso oltre che di frangia anche irregolari. Il richiamo storico è rappresentato dalla Alta Massoneria egiziana creata da Cagliostro (1743 o 1749 – 1795). Il principale rito di questa tipologia di massonerie è quello di Memphis (92 gradi) e quello di Misraim (90 gradi) oltre che loro combinazioni.
I riferimenti al mondo egizio affonderebbero le radici nell’egittomania, ovvero la creazione di riti ispirati all’Antico Egitto, emersa nel Settecento e consolidatasi con la spedizione di Napoleone in Egitto. L’interesse per la ritualità massonica egiziana si sarebbe esteso anche alla Società Teosofica, che nel 1929 vide la creazione di un Rito Egiziano dell’Antica Massoneria da parte di uno dei suoi dirigenti.
Negli anni Ottanta, specialmente in Umbria, Introvigne osserva la presenza di queste massonerie egiziane, comprese alcune considerate irregolari. Tali massonerie sarebbero state polarizzate in due schieramenti principali: uno legato al medico perugino Francesco Brunelli, l’altro a Gastone Ventura. I principali punti di conflitto tra i due riguardavano, da un lato, i legami tra i riti egiziani e la chiesa gnostica (mantenuti da Brunelli ma respinti da Ventura); dall’altro, l’approccio agli arcana arcanorum, riservati ai membri di grado superiore, che Ventura interpretava in chiave spiritistica, mentre Brunelli li considerava in chiave magico-sessuale.
b) Le chiese gnostiche.
Le chiese gnostiche sarebbero nate nel 1890 per iniziativa di Jules Benoit Doinel. Come nel caso dei riti massonici egiziani, il riferimento agli gnostici antichi sembra essere in gran parte una creazione fantasiosa. Con Doinel si diffonde anche il fenomeno della nomina di “vescovi gnostici”, un titolo destinato a svilupparsi all’interno di queste chiese.
c) Il martinismo.
Secondo Introvigne le figure apicali italiane delle massonerie egiziane farebbero parte quasi tutte anche di ordini martinisti. In Italia il martinismo contemporaneo (distinto da quello originario del Settecento) si sarebbe diffuso con l’Ordine Marinista di Papus. Vi si troverebbe la stessa contrapposizione tra le visioni di Brunelli e Ventura già osservata per quanto riguarda la massoneria egiziana.
d) La corrente kremmerziana.
Introvigne spiega che Ciro Formisano entrò in contatto con Lebano e Caetani, già membri di un “Ordine Egizio” e avviò successivamente a questo incontro la produzione letteraria che lo renderà famoso con il nome di Kremmerz. I principali centri di attività kremmerziane si troverebbero a Bari e Roma. È interessante notare che, dice Introvigne, nel 1896, Kremmerz gettò le basi per la fondazione della Fratellanza Terapeutica Magica di Miriam (o Myriam), che due anni dopo si sarebbe resa pubblica come confraternita dedicata alla medicina ermetica e alla terapeutica magica. Questa scuola avrebbe avuto legami, non facili da ricostruire, con “l’Ordine Egizio” cui appartenevano Lebano e Caetani. Secondo Introvigne, il cerchio interno della Fratellanza di Miriam seguiva una forma di magia segreta di tipo osirideo. Tale magia comprendeva la pratica avatarica, un insieme di tecniche per cui un’anima si stacca da un corpo per inserirsi in un altro. Tuttavia, l’apice della magia osiridea sarebbe, secondo Introvigne, la pratica del separando, un processo alchemico in cui l’elemento solare dell’uomo viene gradualmente separato dagli elementi fisici e mentali tramite tecniche ascetiche come diete e digiuni.
Alcuni circoli dell’Italia Centrale sarebbero stati diretti da figure come Domenico Lombardi, Alfonso Del Guercio di Firenze, Mario Parascandolo e Luigi Petriccione, quest’ultimo considerato uno dei principali trasmettitori delle conoscenze kremmerziane a Francesco Brunelli.
e) I Rosacroce.
Introvigne descrive la nascita del movimento rosacrociano, che ebbe origine da tre manifesti, frutto di una fantasia creativa di un pastore luterano interessato a promuovere una riforma religiosa. Dopo alcuni anni, i Rosacroce iniziarono a prendere forma e sostanza a partire da quei manifesti immaginari. I sistemi rosacrociani si svilupparono in collegamento con gli alti gradi massonici, con il più antico ordine fondato in Inghilterra nel 1865 e ordini che sorsero successivamente in Germania (la Rosa-Croce d’Oro), in Francia intorno a Papus e in Italia.
Secondo Introvigne, la presenza dei Rosacroce nell’Italia centrale negli anni Ottanta sarebbe stata piuttosto limitata. Alcuni gruppi si presentavano come vere e proprie realtà religiose, diversamente dagli altri movimenti esoterici, come nel caso del Lectorium Rosicrucianum, un ordine olandese che stabilì la sua sede italiana a Dovadola, in provincia di Forlì. Tuttavia, l’ordine dei Rosacroce non andrebbe considerato come un super-ordine che controlla gli altri gruppi esoterici, anche perché il simbolo della rosa è utilizzato in numerosi contesti esoterici, ciascuno con la propria autonomia e tradizione.
f) Il filone Ordo Templi Orientis.
Nel caso dell’O.T.O. (Ordo Templi Orientis), si trovano numerosi riferimenti all’Egitto, strettamente legati alla tradizione della magia cerimoniale sviluppatasi in Gran Bretagna. La magia cerimoniale si distingue per la centralità delle cerimonie e dei rituali, considerati efficaci indipendentemente dalla legittimità della catena iniziatica. Le origini di questa pratica si collegano all’Ordine Ermetico dell’Alba d’Oro (Hermetic Order of the Golden Dawn), fondato nel 1888 a Londra da Samuel Liddell Mathers, William Wynn Westcott e William Robert Woodman. A seguito di vari scismi, la Golden Dawn si frammentò in diverse diramazioni, tra cui quella guidata dal celebre mago Aleister Crowley (1875–1947).
Infatti dopo aver creato propri riti e pratiche, Crowley entrò in contatto con l’Ordo Templi Orientis, fondato nel 1906 da Theodor Reuss. L’O.T.O. di Crowley si caratterizzò per un sistema di magia sessuale ispirato al tantrismo, una pratica introdotta dall’austriaco Carl Kellner. La magia sessuale dell’O.T.O. è di tipo orgiastico, in contrasto con quella kremmerziana, di natura diversa e considerata opposta. Tuttavia, secondo Introvigne, ci sono stati tentativi di combinare i due sistemi in un approccio ibrido, come dimostrerebbe il Gruppo Lilith, fondato a Firenze da Marco Massai.
Il medico di Perugia Francesco Brunelli.
Secondo Introvigne, il medico perugino Francesco Brunelli (1927–1982) avrebbe vantato molteplici affiliazioni in cinque delle entità esoteriche identificate nella sua ricerca. Inoltre, sempre secondo Introvigne, Brunelli avrebbe ricoperto un ruolo di vertice a livello nazionale nei riti massonici di ispirazione egiziana, nelle chiese gnostiche e nell’Ordine Martinista. Lo stesso Brunelli si sarebbe considerato un discendente spirituale di Papus attraverso vari passaggi di iniziazione.
In Umbria, il Rito Antico e Primitivo di Memphis-Misraim promosso da Brunelli divenne molto popolare. Nelle cerchie esterne, il movimento si distingueva per una ricerca storica e antiquaria sui rituali massonici di matrice egiziana, mentre nei cerchi interni si praticava una forma di magia sessuale. Numerosi gruppi, alcuni dei quali semi-autonomi, sorsero ispirati dagli insegnamenti di Brunelli.
Brunelli fu anche vescovo gnostico e nel 1960 fondò la Chiesa Gnostica d’Italia. A partire da quell’anno, consacrò numerosi vescovi gnostici, alcuni dei quali ottennero il titolo di primate. Nel 1972, Brunelli sostenne la nomina a primate del fiorentino Loris Carlesi, noto come Tau Johannes. Dopo la sua morte, la successione venne contesa dall’avvocato perugino Giacomo Borrione e da un gruppo fiorentino nato intorno ai Cenacoli Prometeo. Brunelli fondò anche un nuovo ordine martinista, inizialmente chiamato Ordine Martinista di Lingua Italica e dal 13 settembre 1974 ribattezzato Ordine Martinista Antico e Tradizionale.
Quello che la consulenza Introvigne non dice.
È interessante notare come la consulenza di Introvigne, inclusa l’integrazione prodotta alcuni mesi dopo, tralasci alcuni aspetti rilevanti, che risulterebbero immediatamente evidenti al lettore di questo articolo di ricerca. Di seguito sono state quindi elencate le anomalie riscontrate nella consulenza del prof. Introvigne, evidenziando lacune significative che sembrano limitare una comprensione esoterica completa dei delitti.
Sorge quindi il dubbio su come il prof. Introvigne, considerando la bibliografia allegata alla sua consulenza e le sue qualifiche, abbia potuto omettere questi elementi fondamentali nella sua analisi.
Anomalia n.1 — La Fratellanza di Erim e il gruppo fiorentino.
Nella consulenza, infatti, non si fa mai riferimento al conte Alberti di Catenaia né alla Confraternita da lui fondata. Sebbene Introvigne citi frequentemente il medico Francesco Brunelli e i suoi interessi esoterici, sembra ignorare del tutto la componente fiorentina della schola di Erim e le pratiche ritualistiche che vi sarebbero state condotte. Di queste pratiche, legate alla Confraternita di Erim, come si è già detto si trova un riscontro indiretto nel testo di Giudicelli, Pour la Rose Rouge et la Croix d’Or, pubblicato nel 1988. Giudicelli, va ricordato, è un importante studioso esoterico francese.
Un ulteriore riscontro indiretto si trova anche nell’opera del fiorentino Marco Massai, il quale viene citato dallo stesso Introvigne, che quindi sembra essere a conoscenza della sua opera. Questa omissione di una schola esoterica rilevante che, considerata la natura dei rituali, potrebbe rappresentare l’elemento più vicino a un possibile movente per i delitti, appare curiosa in una consulenza che avrebbe dovuto chiarire ai pm Mignini e Canessa (destinatario dell’integrazione), il contesto “culturale” delle potenziali associazioni esoteriche legate ai delitti di Firenze e ai fatti del Trasimeno. Introvigne menziona inoltre Kremmerz, ma omette di specificare il contesto del particolare gruppo fiorentino di esoteristi descritto e citato dallo stesso Kremmerz.
Nella consulenza non vi è alcun riferimento a un possibile esoterismo legato a San Giovanni. Il Santo, oltre ad essere venerato dai cristiani e dagli ebrei, gode di particolare considerazione anche nelle logge massoniche, che spesso si ispirano alla sua figura, al punto da essere ritenuto uno dei due patroni di questa tradizione. Inoltre, è apprezzato in ambienti esoterici, specialmente frequentati da scienziati e tecnici operanti nel campo dell’energia nucleare. Questo tema potrebbe rappresentare il riferimento nascosto nel libro della scrittrice mugellana Laura Grimaldi24 contenuto nel romanzo Il Sospetto del 1988.
Anche la figura del vescovo gnostico/martinista fiorentino Loris Carlesi, noto con il nome iniziatico “Tau Johannes”, non viene approfondita. Rimane quindi lecito domandarsi se possa essere identificato con “Tau Yohannes-Maria”, collegato a J.M. D’Aquino.
In conclusione di questo primo punto, chi scrive ritiene che dalla lettura della consulenza non emerge una chiara percezione del vivace panorama di sette attive in Toscana, e in particolare a Firenze, che spaziano dall’occultismo all’esoterismo, dalla New Age alla stregoneria (Leland).
Anomalia n.2 — I sacrifici umani e le uccisioni rituali.
Un’altra possibile anomalia nella consulenza del prof. Introvigne riguarda il tema dei sacrifici umani. Da uno studioso di chiara fama come Introvigne ci si aspetterebbe, innanzitutto, un’introduzione che chiarisca la fondamentale distinzione tra sacrificio umano e uccisione rituale, due concetti distinti che, tuttavia, non vengono minimamente affrontati nella consulenza. È importante sottolineare che questa distinzione risiede principalmente nel contesto e nell’intento dell’atto: un’uccisione rituale non implica necessariamente l’offerta della vittima a una divinità. Nella consulenza, invece, Introvigne fa solo un breve riferimento ai sacrifici umani come offerte a un’entità o divinità, soffermandosi sulle pratiche nell’ambito dell’O.T.O, spesso legate alla corrente del mago Crowley.
È vero che le ritualità crowleyane sono trattate nell’esposizione, ma in modo poco approfondito. Basti pensare che non vi si trova traccia di nessun riferimento alla teoria della mors giusti. Di tale pratica invece, si trova riscontro nel libro del 1987 Italia Misteriosa25 del giornalista Giorgio Medail che intervistando tale F.B. in relazione ai delitti fiorentini scrive: “esiste una tradizione… secondo cui il sacrificio migliore per evocare i demoni è quello degli esseri umani. E infatti, ad esempio, nella dottrina di Aleister Crowley, si afferma che la morte più favorevole è quella che avviene durante l’orgasmo ed è chiamata mors giusti. Perché è scritto: fatemi morire la morte del giusto e fate che la mia fine estrema sia come la sua”. Nell’articolo F.B. continuerà parlando di connessioni tra le stragi del terrorismo nero e i sacrifici umani. Di questa intervista a F.B. esiterebbe anche una versione video, che sarebbe andata in onda nell’omonimo programma televisivo su Canale 5 nel 1986.
Altre carenze relative alla consulenza si riscontrano in merito alle tematiche già esposte in questo documento. Ovvero l’ipotesi secondo cui alcuni maghi neri potrebbero compiere uccisioni rituali con l’obiettivo di sfruttare le anime delle vittime, intrappolandole nel kama loka per utilizzarle come fonti di energia, fino a consumarle e assorbirle completamente. Questo tema potrebbe offrire un’interessante chiave interpretativa legata alla teoria degli schiavi del paradiso. Gli schiavi del paradiso sono un concetto introdotto dal serial killer Zodiac, che attraverso vari messaggi trasmessi, affermava di uccidere per ottenere schiavi nell’aldilà. A livello teorico, si potrebbe ipotizzare una sovrapposizione tra l’ideologia che sembra seguire il serial killer Zodiac e le pratiche esoteriche legate al kama loka presenti nella fiorentina Confraternita di Erim, che potrebbero essere ricondotte ad un contesto di uccisioni rituali.
Anomalia n.3 — Le ritualità etrusche.
Nel documento della consulenza viene dato ampio spazio alla ricerca di ambienti culturali legati a ritualità di ispirazione egizia. Tuttavia, non viene tracciato alcun parallelismo con il mondo della magia e delle ritualità etrusche. Chi scrive ha condotto approfondite ricerche sulla etrusca disciplina26per verificare se vi fossero elementi che richiamassero pratiche rituali associabili al caso dei mostri di Firenze, ma, dal punto di vista accademico, non esistono prove che gli Etruschi praticassero sacrifici umani o uccisioni rituali.
È noto un caso riguardante l’uccisione di trecentosette prigionieri romani nel foro di Tarquinia, catturati dopo una battaglia; tuttavia, questo episodio rientrerebbe nelle pratiche di guerra dell’epoca, comuni anche ai Romani stessi.
Di particolare interesse è il sacrificio delle hostiae animales, un rituale che prevedeva l’offerta di animali con versamento di sangue in una buca, allo scopo di aiutare l’anima del defunto a raggiungere la condizione di immortalità (della deposizione di un fagotto in una buca nei pressi di alcune delle scene del crimine dei mostri di Firenze parlò anche Giancarlo Lotti). Questo rituale è evocato anche nell’Odissea, dove Ulisse, durante la sua discesa nel regno dei morti, compie un rito per richiamare le anime dei defunti. Scava una fossa e vi versa il sangue di animali sacrificati, attirando così gli spiriti dei morti. Dalla figura di Ulisse si è già discusso in un articolo precedente.
Da un punto di vista iconografico, si osserva nell’arte etrusca una certa frequenza del motivo delle teste mozzate, più ricorrente rispetto all’arte greca. Questo elemento, tuttavia, non richiama necessariamente pratiche reali, poiché non esistono prove a sostegno di tale ipotesi; piuttosto, potrebbe derivare da leggende mitologiche. Sempre sul piano iconografico, è stato ipotizzato che alcune rappresentazioni su vasi e ornamenti rinvenuti nei principali siti etruschi suggeriscano l’uso dello smembramento nei rituali funerari. Questo simbolismo sembra richiamare il rito descritto nel Libro dei Morti egizio, quello di Osiride, dio morente che viene fatto a pezzi ma poi riassemblato dalla Dea Madre e fatto ritornare in vita.
Per inciso si ricorda che un’osservazione allusiva ad un contesto di ritualità osiridea è riportata da Gabriella Ghiribelli nel 2003, quando le fu chiesto riguardo all’uso di feticci, disse che gli stessi erano utilizzati da un medico per tentativi di mummificazione di una figlia defunta: “mi spiego meglio: il Lotti disse che questo medico svizzero, a seguito di un viaggio in Egitto, era entrato in possesso di un vecchio papiro dove erano spiegati i procedimenti per la mummificazione dei corpi. Detto papiro mancava però di una parte che era quella relativa alla mummificazione delle parti molli e cioè tra le altre il pube ed il seno. Mi disse che era per quello che venivano mutilate le ragazze nei delitti del c.d. mostro di Firenze. Mi spiegò anche che la figlia di questo medico nel 1981 era stata uccisa e la morte non era stata denunciata tanto che il padre aveva detto che era tornata in Svizzera per giustificarne l’assenza. Il procedimento di mummificazione gli necessitava proprio per mummificare il cadavere della figlia che custodiva nei sotterranei”.
Tornando agli Etruschi è certo che praticassero varie forme di magia e divinazione, con gli aruspici (diversi dai Flamines, i sacerdoti romani), i fulguratores e altre figure rituali, ma non esiste traccia di sacrifici umani o uccisioni rituali nelle loro tradizioni quanto piuttosto esistono tracce di rituali di carattere funerario. Alla luce degli studi condotti, è possibile ritenere che le ritualità etrusche siano state fraintese o reinterpretate in chiave esoterica durante l’Ottocento o il Novecento, probabilmente sfruttando la mancanza di evidenze concrete, rendendo così questa narrazione difficile da verificare. In passato, anche in ambito accademico, sono stati sollevati dubbi in merito agli effettivi rituali etruschi, come suggerisce D.H. Lawrence, che propose una gamma di interpretazioni legate alla figura del Phersu, talvolta intesa come simbolo di un rito etrusco violento e barbarico.
Nondimeno permangono tuttavia misteri sugli Etruschi che potrebbero prestarsi a interpretazioni speculative per la creazione di riti e confraternite ad essi collegate. Tra questi spiccano le tagliate, strutture scavate nella roccia e diffuse in molte lucumonie etrusche, la cui funzione rimane tuttora sconosciuta. Ma anche il richiamo alla simbologia della Rosa mistica appare in vari siti etruschi della Lunigiana, dove sarebbe collegato al culto della Grande Madre.
La figura di una Dea Madre nella pratica etrusca è trattata anche dal dott. Giuliano Mignini nel suo libro del 2023, Indagine su Perugia, le origini della città. Il dott. Mignini parla dei riti etruschi che si sarebbero svolti sul Colle del Sole a Perugia, associando il culto alla Dea Madre e alla Venere del Trasimeno, con il Sole rappresentato simbolicamente dal toro. Sui rituali legati a questo culto e sulle grotte nei pressi di Ponte San Giovanni (che potrebbero corrispondere alle tagliate etrusche) si è già scritto in un articolo, realizzato con Jacopo Cioni, intitolato “Santo Giovanni”27.
Oltre al dott. Mignini, anche il dott. Michele Giuttari ha menzionato una “zona etrusca” a Monte Morello, dove sarebbero stati rilevati segni di pratiche esoteriche, tra cui cerchi tracciati con pietre e croci, come documentato in alcune fotografie. Più incerta è invece la questione dell’avvistamento della coppia di turisti francesi, poi uccisa a Scopeti, proprio nei pressi di Monte Morello. Inoltre, si segnala la presenza di un’antica via etrusca28 che lambisce l’area di Scopeti, ora per lo più ricoperta dalla vegetazione.
Altri elementi che potrebbero essere reinterpretati in chiave etrusca all’interno di scholae esoteriche includono la ruota zodiacale, una rappresentazione astrologica con al centro la coppia divina Voltumna29 e Veltha30 (sebbene nella cultura etrusca non esistesse un pantheon unificato, queste potrebbero essere le principali divinità).
Un altro tema potrebbe essere quello degli specchi magici, manufatti attraverso i quali gli Etruschi avrebbero cercato il contatto con una realtà superiore; strumenti simili potrebbero essere oggi impiegati da alcune dottrine in logge ermetiche. Inoltre, gli scritti e le leggende diffuse da Madame Blavatsky31, fondatrice della Società Teosofica Internazionale (1875, New York) e autrice di La Dottrina Segreta e Iside Svelata, potrebbero offrire ulteriore ispirazione al contesto etrusco. Blavatsky sosteneva di essere in contatto con antichi maestri spirituali (mahatma), tra cui possibilmente anche figure etrusche.
Alcune fonti suggeriscono che queste conoscenze etrusche, probabilmente frutto più di fantasia che di autentiche pratiche rituali etrusche, delle quali non si sono trovati riscontri concreti, siano ancora oggi seguite, specialmente in Toscana. In questo contesto, è rilevante l’articolo di dr. parker del 26 luglio 2024, intitolato “Nocturnus voces32”, in cui si esplorano le coincidenze tra la serie tv del 1995 di Pupi Avati e gli eventi legati ai fatti del Trasimeno del 1985. L’articolo citato evidenzia i parallelismi con pratiche rituali che prevederebbero sacrifici umani legati a particolari riti idronimici, offrendo spunti di riflessione sulle chiavi interpretative della serie televisiva.
Si potrebbe concludere questa disamina sui sacrifici umani e uccisioni rituali in chiave etrusca applicando l’interessante ipotesi di Furio Jesi, secondo cui il sacrificio cruento avrebbe subito un’evoluzione verso una forma pacificata del rito, preservata soltanto a livello iconografico e mitologico, come sembra suggerire il caso etrusco.
Anomalia n.4 — I balletti verdi.
Nonostante al prof. Introvigne venga richiesto esplicitamente di approfondire il tema della magia connessa all’omosessualità, la relazione integrativa sembra dare poco peso all’ipotesi dei balletti verdi in chiave esoterica.
È importante ricordare l’origine del termine balletti verdi, un’etichetta utilizzata per descrivere qualsiasi scandalo legato alla prostituzione minorile e all’omosessualità, a partire dal caso emerso nel 1960 a Brescia. Questo scandalo, coinvolse ragazzi adescati per attività sessuali all’interno di un ristretto circuito di feste private, suscitò enorme clamore nella stampa nazionale. Il termine “balletto” alludeva alla natura degli incontri, mentre il colore verde evocava simbolicamente la giovane età dei minori coinvolti e l’omosessualità (possibilmente forse in relazione al garofano verde che Oscar Wilde era solito indossare). Alcuni articoli di stampa associarono alle feste orgiastiche la partecipazione di personaggi noti. L’Unità, il 6 ottobre 1960, pubblicò a pagina 5 un articolo intitolato “Mistero fitto su Mike Bongiorno, forse teste per i balletti verdi”.
Assieme al caso di Brescia, nell’aprile del 1960 emerse il caso di Konstaintin Feile che contribuì ad allargare un presunto caso dei balletti verdi collegati ai fatti bresciani. Il Feile era uno scultore tedesco che viveva a Roma e che finì sulle prime pagine per aver organizzato un presunto giro di incontri con minori, in parte confermato dal ritrovamento presso l’abitazione dello stesso di centinaia di fotografie dei minori nudi. Queste immagini sarebbero state utilizzate per “promuovere” la “merce” sia in Italia che all’estero, in particolare presumibilmente in Germania. Va ricordata la presenza, negli anni Ottanta, di cittadini tedeschi con presunte inclinazioni omosessuali nei dintorni di Firenze, elemento che potrebbe suggerire la presenza di un pattern ricorrente. Il clamore mediatico sollevato da questi scandali spinse il MSI e il PSDI a proporre leggi riguardanti l’omosessualità, ritenuta in aumento nella popolazione a seguito della chiusura delle case di tolleranza, avvenuta con la Legge Merlin nel 1958. La stessa onorevole Lina Merlin dovette presentare un’interrogazione parlamentare nel dicembre del 1960 per respingere le accuse che le attribuivano una presunta responsabilità indiretta nei casi dei balletti verdi.
Nel caso dei mostri di Firenze, il tema dei balletti verdi assume invece un ruolo significativo e forse dirimente per la sua comprensione. Nel 2002, l’avvocato folignate Claudio Caparvi dichiarò spontaneamente agli inquirenti che “avevano costituito una sorta di loggia di finocchi coperti”, riferendosi a confidenze ricevute dal suo amico, il medico Ferruccio Farroni. Di Caparvi, “un vero personaggio: istrionico, simpatico e grande cultore dell’amicizia e della goliardia”, storico esponente del MSI di Foligno, si è parlato nell’articolo già citato “postfascismo e neofascismo a Perugia”.
Farroni, a sua volta, affermò che questi “personaggi fiorentini potenti” avrebbero “organizzato i delitti” con “assoluta certezza”. A pagina 100 della sentenza “De Luca”, si trovano ulteriori dettagli riguardanti le dichiarazioni di Gabriella Ghiribelli. In particolare, si menziona che la “Marisa di Massa”, alias Veronica C., e un’altra donna, portavano bambini e ragazzini in due case per delle feste. Giancarlo Lotti avrebbe riferito alla Ghiribelli che “quando andavano alla Villa si divertivano molto perché avvenivano le orge, dove interveniva anche la Marisa che portava i bambini. Giancarlo mi raccontò anche che i bambini dovevano prima omissis (nda) fra loro, poi intervenivano gli altri che a turno omissis (nda) i bambini”.
Curiosamente, questo dettaglio che potrebbe richiamare le pratiche sessuali deviate di un qualche tipo di cerchio interno di una loggia ermetica, è capace di gettare luce sui legami di ricatto tra i compagni di merende e altri residenti di San Casciano. Questi soggetti avrebbero partecipato agli abusi, ma tale circostanza non appare nella versione cartacea del libretto Assolto perché il fatto non sussiste, distribuito nel 2009 da Metropoli, allegato a un quotidiano locale del Chianti. Il volume avrebbe dovuto riportare in “maniera pressoché integrale” le motivazioni della sentenza del giudice Silvio De Luca, che assolse il farmacista F.C. dall’accusa di essere il mandante dei delitti, “perché il fatto non sussiste”. Tuttavia, la testimonianza della Ghiribelli, minimizzata o quasi resa invisibile nel mare di dati raccolti durante le inchieste e i processi, offre un nuovo significato agli abusi di Pacciani sulle proprie figlie.
Nel Chianti emergerebbe un ambiente complesso, popolato da figure di vari livelli: dai compagni di merende fino a medici e professionisti. Si delinea l’immagine di un circolo di omosessuali che, per ragioni non chiarite, ma forse legate alle ritualità (gli arcana arcanorum di cui si è data ampia trattazione) di certe cerchie interne di confraternite, compie anche abusi su minori. Strutture con caratteristiche simili sono state notate in altri contesti, spesso collegate ai delitti dei mostri di Firenze, ma sembrerebbe che non si sia scelto di indagare a fondo su queste dinamiche. Anzi, chi, come il dott. Michele Giuttari, ha tentato di farlo ha subito conseguenze significative sulla propria carriera.
Per verificare una possibile sovrapposizione tra circoli di varia natura associativa e scholae esoteriche, sarebbe utile censire le realtà operanti sul territorio negli anni Ottanta e Novanta, iniziando da quelle collegate ai soggetti citati nelle note investigative del G.I.De.S., poi non più menzionati nella vicenda. Inoltre, sarebbe opportuno indagare la presenza di gruppi legati a pratiche orientali connessi alla nota comunità di Vicchio, così come il circolo di pittura frequentato dal farmacista di San Casciano, il Centro Culturale G. Sarchiani. A tal proposito, sarebbe utile verificare se anche Pietro Pacciani, noto per le sue abilità nel disegno, frequentasse lo stesso centro culturale.
Anomalia n.5 — Il medico Francesco Brunelli.
Nella consulenza del professor Introvigne trova ampio spazio la figura del medico perugino Brunelli, descritto defacto come una persona interessata ad acquisire quante più appartenenze possibili. Leggendo la consulenza sembrerebbe che la figura venga quasi equiparata a quella di un battitore libero. In realtà, come scritto dallo stesso Introvigne, Brunelli acquisì un ruolo apicale in molte organizzazioni e scholae esoteriche di carattere nazionale.
Quello che Introvigne omette di descrivere è il ruolo centrale che Brunelli avrebbe ricoperto all’inizio degli anni Settanta, quando in Umbria si realizzò la riunificazione delle principali obbedienze massoniche, culminata nella costituzione del Collegio dei Maestri Venerabili dell’Umbria, composto da sette logge. Brunelli fu eletto inizialmente a capo di questo Collegio, una sorta di super-loggia, con il titolo di Maestro Venerabile, sottolineando il ruolo di leadership che esercitava all’interno della massoneria umbra.
Inoltre, in epoca successiva imprecisata, Brunelli avrebbe lasciato la loggia Guardabassi33 per diventare il Maestro Venerabile della nuova loggia I Figli di Horus, che attrasse numerosi interessati agli studi esoterici, inclusi membri provenienti dalla loggia Fede e Lavoro. Il riferimento a Horus, nota divinità egizia, suggerisce una dimensione massonica di ispirazione egizia (quindi una loggia di frangia), un nome che Introvigne non menziona direttamente nella sua consulenza.
Anche a Firenze emerse un legame tra una struttura chiamata Horus e alcune attività riservate, tuttavia Introvigne non ne fece menzione nella sua consulenza. Invece in un articolo su Panorama dell’agosto 2001, la giornalista Emanuela Fiorentino riportò quasi distrattamente che Pietro Pacciani possedeva una medaglia-amuleto a forma di “moscone”. Un dettaglio che potrebbe richiamare il simbolismo dello scarabeo nell’Antico Egitto. L’uso degli amuleti era una pratica comune, originariamente caratterizzata da oggetti realizzati con parti essiccate di corpi umani o animali, conchiglie, o rappresentazioni di animali scolpite in pietra o avorio. Sebbene di difficile interpretazione, si ritiene che avessero la funzione di contrastare le “forze pericolose”. Durante l’Antico Regno, fecero la loro comparsa nuovi amuleti, tra cui lo scarabeo, che assunse un ruolo particolarmente significativo come amuleto di protezione: rappresentava rigenerazione, rinascita e protezione, incarnando l’energia vitale e la continua trasformazione del Sole, associato al dio Khepri. Tra gli amuleti a forma di animale più diffusi, lo scarabeo rivestiva un importante valore magico-religioso, legato a due principali motivi. Il primo è il suono del suo nome, associato al verbo kheper, che significa “venire al mondo in una determinata forma”. Il secondo motivo riguarda il comportamento dello scarabeo stercorario, che fa rotolare una palla di sterco per poi nasconderla come riserva di cibo. Gli Egizi interpretarono il rotolare della palla come un simbolo del passaggio del sole nel cielo, spinto dal dio Khepri, il dio nascente. Ignorando che lo scarabeo femmina deponeva le uova all’interno della palla di sterco, attribuirono la nascita delle larve alla magia intrinseca della palla stessa. Così, lo scarabeo divenne simbolo di rigenerazione, nuova vita e resurrezione. I primi amuleti-scarabeo avevano una forma molto stilizzata, rispetto a quelli delle epoche successive. Alcuni scarabei riportano iscrizioni con nomi regali o riferimenti a eventi significativi legati alla vita di un faraone. Uno degli scarabei più significativi è lo “scarabeo del cuore”, decorato con iscrizioni di formule magiche. Il suo scopo era impedire al cuore del defunto di testimoniare contro di lui durante la cerimonia della pesatura dell’anima, assicurandogli così un giudizio favorevole nell’aldilà. Uno dei primi studi sulla simbologia degli amuleti egizi venne condotto da W. M. F. Petrie con Amulets (Londra, 1914) che esaminò 275 tipi differenti di amuleti classificandoli in 5 classi. In questo contesto, viene naturale pensare al primo libro in forma di romanzo del dott. Michele Giuttari, Scarabeo, pubblicato nel 2004, il cui titolo sembra evocare proprio questo simbolo, quasi un codice nascosto che rimanderebbe alla simbologia esoterica ancora oggi utilizzata in alcune scholae.
La possibile sovrapposizione tra eversione ed esoterismo.
Negli ultimi decenni, si è riusciti a fare una discreta luce sulle operazioni che rientrano sotto l’ombrello della cosiddetta strategia della tensione. Da un punto di vista storico, si tratta di ipotesi concrete, anche se supportate da pochi riscontri oggettivi, a causa della natura coperta di queste attività, per il diretto coinvolgimento degli stati e conseguentemente del segreto di stato. Mentre l’esistenza storica della strategia della tensione è ormai ampiamente accettata, emerge una nuova ipotesi, proposta dall’autore, che suggerisce una sovrapposizione tra esoterismo ed eversione, in particolare legata all’interno dell’estrema destra eversiva italiana.
Saranno di seguito richiamati i pattern già delineati nell’articolo “postfascismo e neofascismo a Perugia”, che evidenziano connessioni tra questi ambiti e successivamente verrà introdotta una nuova ipotesi che, ad oggi, non risulta esplorata da altri ricercatori. I principali elementi di sovrapposizione tra eversione ed esoterismo riguardano la presenza, nei luoghi in cui si svilupparono attività eversive e addestrative coperte come i campi paramilitari, di successive strutture esoteriche che vi avrebbero condotto dei riti. Ne sono degli esempi le località di Cancelli e Sassovivo, entrambe interessate da questo fenomeno di transizione: prima i campi addestrativi poi l’incardinazione di strutture esoteriche.
Nel citato articolo sul neofascismo, si anche rileva la presenza di membri dell’Ordine Martinista legati ad alcuni degli esponenti di estrema destra vicini ai NAR (Nuclei Armati Rivoluzionari), come dimostrano il caso Magiameli e le dichiarazioni di Cristiano Fioravanti su Massimo Sparti: “mi fece fare dei riti, un’abiura contro la religione cattolica, bruciare crocifissi, cose del genere”. Sebbene queste connessioni tra martinismo e ambienti eversivi di estrema destra siano rilevanti, il prof. Introvigne non ne fa alcuna menzione. Per approfondire l’appartenenza di esponenti dell’eversione di destra agli ordini martinisti, si rimanda alla ricerca di Luca Pingitore, intitolata “Mostro di Firenze, estremismo nero e ordini neotemplari”34.
Anche nello studio del caso Ludwig emergerebbero dichiarazioni, seppur debolmente riscontrate, in grado di evocare la presenza di rituali esoterici e orgiastici, che sembrerebbero essere stati condotti da un ristretto gruppo responsabile della pianificazione strategico-ideologica di tali delitti. Inoltre un’informativa dei ROS del 1996 suggeriva che: “non deve essere scartata a priori l’ipotesi che il Veneto e l’Emilia Romagna, per le connessioni con Ordine Nuovo, con la rete CIA e con l’acceso anticomunismo delle tre formazioni eversive citate, siano state laboratori di sperimentazione di tecniche di guerra non ortodossa, basate sull’uso terroristico di devianze esoterico-religiose a connotazione politica estremista”.
Secondo l’ipotesi originale di dr. parker, l’esoterismo, con l’applicazione di rituali forse aberranti e orgiastici, sarebbe stato possibilmente impiegato come strumento per il mantenimento della segretezza e coesione tra i membri coinvolti nei vari livelli di pianificazione della strategia della tensione. Va riconosciuto che il progetto della strategia del terrore includeva sicuramente una componente di compartimentazione, che impediva la ricostruzione del design dell’intera rete nel caso in cui un membro avesse rivelato informazioni all’esterno. Questa struttura a nido d’ape sembrerebbe ispirata ai modelli operativi dell’OAS (Organisation de l’Armée Secrète), che a sua volta derivavano dallo studio delle tattiche adottate dal Fronte di Liberazione Nazionale Algerino (FLN) durante la guerra d’indipendenza algerina.
La componente esoterica, con i rituali e simboli (magari diversificati e non riconducibili allo stesso rito), potrebbe aver funzionato non solo come copertura, ma anche come sistema di appartenenza e controllo, rafforzando i legami tra i partecipanti e assicurandone la fedeltà attraverso un vincolo psicologico e in certi casi attraverso il ricatto derivante dalla partecipazione a dei riti di natura aberrante e orgiastica. In questa visione, l’appartenenza a un gruppo iniziato avrebbe consolidato il legame interno, proteggendo le operazioni dalle interferenze esterne e creando una sorta di patto implicito tra i membri.
Vale la pena di ricordare al lettore, che ringrazio per essere arrivato a questo punto del documento, che la strategia della tensione fu un’operazione militare, occulta, ampliamente pianificata, sviluppata e realizzata sotto il comando NATO, dello SHAPE (Supreme Headquarters Allied Powers Europe), dell’ACC (Allied Command/Clandestine Europe) e del CPC (Clandestine Planning Committee).
In tale ottica è irenico immaginare che il design di una strategia occulta diretta contro lo stesso stato cliente abbia previsto un’ampia pianificazione sia a livello strategico che tattico, in previsione dei molti scenari che la stessa avrebbe generato.
È possibile quindi ipotizzare che siano stati varati dispositivi e assetti in grado mantenere il segreto dalla strategia sia verso l’esterno, con l’uso della compartimentazione ovvero della segmentazione delle informazioni; sia verso l’interno, con l’utilizzo tattico dell’esoterismo quale possibile strumento del meccanismo di controllo e segretezza.
L’esoterismo potrebbe aver giocato un ulteriore ruolo in chiave eversiva, fornendo un movente per generare il terrore nella popolazione e distrarre i magistrati da altre indagini cruciali, come quelle sulle stragi ferroviarie di matrice eversiva. Utilizzato per costruire bande e serial killer a tavolino in varie aree del Paese, l’esoterismo avrebbe potuto innescare la struttura tripartita in alcuni dei delitti legati al caso del mostro di Firenze: stregone d’élite – mago mandatario – manovalanza esecutrice, ciascuno con un ruolo rapportato ad un movente logico, organizzati in compartimenti stagni.
L’ipotesi, pur essendo in grado di spiegare molto in termini di sovrapposizione tra le realtà esoteriche ed eversive, soprattutto in riferimento al caso dei mostri di Firenze, dove una possibile intersecazione potrebbe aver coinvolto il layer delle coperture e dei depistaggi, resta da approfondire. Saranno necessari ulteriori studi e analisi per stabilire se questa ipotesi possa essere confermata o resti priva di riscontri.
dr. parker
Il titolo “the master of San Casciano” può essere tradotto sia come i signori di San Casciano sia come il capo di San Casciano. La scelta di questo titolo ambivalente è intenzionale.
È possibile inviare articoli di ricerca sul caso (saranno soggetti a valutazione prima della pubblicazione). Il sito, la disgraziata pagina facebook ed il canale youtube dr. parker, non sono monetizzati per una precisa scelta etica.
nei numeri precedenti:
n.18 “Santo Giovanni” Jacopo Cioni e dr. parker – “l’opera del mostro prosegue indisturbata: the monster of SanCa evolution” Leslie Hammond
n.17 “cut’n paste job” Leslie Hammond e dr. parker
n.16 “10 domande a Flanz Vinci” dr. parker
n.15 “una proposta storiografica sullo studio del caso del mostro” dr. parker
n.14 “la Chicago Ripper Crew” dr. parker
n.13 “enigma Corsini” dottor Claudio Costa
n.12 “postfascismo e neofascismo a Perugia” dr. parker
n.11 “il Santo non Santo” dr. parker
n.10 “Italia misteriosa di Giorgio Medail” dr. parker
n.9 “sulla necessità di una Associazione Familiari delle Vittime dei mostri di Firenze” dr. parker
n.8 “esoterismo e coincidenze: decoding of Voci Notturne” Sandro Sainati – “Nocturnus voces” dr. parker
n.7 “lo spot nella VHS Anna” dr. parker – “siamo Donne e Uomini o mostrologi?” dr. parker
n.6 “dico solo Angelo Izzo” dr. parker
n.5 “lo spirito legionario” dr. parker
n.4 “il fratello di JB era presente in Liguria?” dr. parker
n.3 “Genova connection” dr. parker
n.2 “come un film, apparentemente banale, può aver ispirato Zodiac Killer” dr. parker
n.1 “i muti murders o ritual murders” dr. parker – “una possibile connessione tra i safari africani e il mostro di Firenze” dr. parker
n. zero2 “Il quadrilatero nella Calvana pedemontana sul versante di Prato e Calenzano” dr. parker – “il traffico di droghe da e verso gli Stati Uniti” dr. parker
n. zero1 “i campi paramilitari dell’eversione di destra negli anni ‘70” dr. parker
tutti gli articoli sono ospitati a questo link: https://doctor-parker.blogspot.com/p/dr.html
“il contesto è tutto” Marco Montemagno
1 Collaboratori che preferiscono non essere menzionati nel presente report.
2 Per una riflessione su cosa significhi ricercatore e appassionato e quale approccio lo distingua dal mostrologo si veda l’articolo “Siamo Donne e Uomini o mostrologi?” di dr. parker, disponibile qui: https://doctor-parker.blogspot.com/p/dr.html
3 Link al canale youtube di Fabio Piselli: https://www.youtube.com/@lanumerosafamigliapiselli
4 Il verbale, successivamente a partire dalle osservazioni formulate da dr. parker a Piselli dopo la trasmissione yt del 15 luglio 2024 (dedicata all’intervista a Fabio Piselli) è stato reso accessibile esclusivamente agli utenti registrati.
5 L’Ufficio Cifra era una divisione dei servizi segreti italiani dedicata alla protezione delle comunicazioni riservate, gestendo la codifica e decodifica dei messaggi diplomatici per garantire la sicurezza delle informazioni, soprattutto durante la Guerra Fredda.
6 Il SISMI era il nome della struttura dell’epoca dei servizi segreti militari.
7 A proposito delle anomalie riscontrate nello zoccolo logico dei verbali del 2004, si veda l’articolo “cut’n paste job” di Leslie Hammond e dr. parker disponibile qui: https://doctor-parker.blogspot.com/p/dr.html
8 Collaboratori che preferiscono non essere menzionati nel presente report.
9 Si veda l’articolo “postfascismo e neofascismo a Perugia” del 13 settembre 2024, di dr. parker, disponibile qui: https://doctor-parker.blogspot.com/p/dr.html
10Disponibile sul sito-database mostrodifirenze.com al seguente link: https://www.mostrodifirenze.com/2005/03/02/2-marzo-2005-nota-riassuntiva-nr-133-05-gides/
11 Anche chiamati Nuclei Territoriali per la Difesa dello Stato, si veda il già citato articolo “postfascismo e neofascismo a Perugia” per un approfondimento.
12 Disponibile sul sito-database qui: https://www.mostrodifirenze.com/1996/09/01/1-settembre-1996-lettera-di-mario-vanni-a-francesco-calamandrei/
13 Per approfondire il ruolo dell’amministratore, sig. Flanz Vinci, si consiglia di consultare l’articolo di dr. parker intitolato “10 domande a Flanz Vinci”, disponibile al seguente link: https://doctor-parker.blogspot.com/p/dr.html
14 Recensione disponibile al link: https://doctor-parker.blogspot.com/2020/08/un-amore-allinferno-diego-cugia.html
15 Per un approfondimento sul tema delle bande della Uno Bianca si rimanda al già citato articolo nelle note: “postfascismo e neofascismo a Perugia”.
16 Vedi nota sopra.
17 Maria de Naglowska (1883–1936) fu una mistica, occultista e scrittrice russa nota per i suoi insegnamenti sulla magia sessuale. A Parigi fondò la Fratellanza della Freccia d’Oro (Confrérie de la Flèche d’Or), un’organizzazione esoterica attiva tra il 1932 e il 1935. La sua dottrina, chiamata Terzo Termine della Trinità, puntava alla riconciliazione delle forze opposte della natura tramite l’unione del maschile e del femminile, sottolineando il potere spirituale trasformativo del sesso. Tra le sue principali opere: La Lumière du Sexe (1932), in cui espone i rituali di iniziazione satanica secondo la sua dottrina; Le Rite Sacré de l’Amour Magique (1933), che descrive cerimonie esoteriche legate all’amore e alla sessualità; Le Mystère de la Pendaison (1934), un testo che esplora simbolismi e rituali legati all’impiccagione.
18 Georges Saint-Bonnet (1898–1963) è stato uno scrittore, filosofo e occultista francese, noto soprattutto per i suoi studi sulla psicologia e la spiritualità, con particolare attenzione alla magia sessuale.
19 In La Scienza dei Magi, una raccolta degli scritti di Kremmerz.
20 In Il Mondo Secreto, una rivista fondata da Kremmerz nel 1897 poi edita anche come testo.
21 Ermete Trismegisto è una figura mitica che rappresenta la fusione tra il dio greco Ermes e il dio egizio Thot. Viene considerato come il fondatore della tradizione ermetica, una filosofia esoterica che unisce conoscenza greca ed egizia.
22 Per un approfondimento sul fatto e sulla connessione tra il caso dei mostri di Firenze e la città di Genova si veda l’articolo di dr. parker del 21 giugno 2024 intitolato “Genova connection” disponibile qui: https://doctor-parker.blogspot.com/p/dr.html
23 Disponibile grazie al sito-database mostrodifirenze.com https://www.mostrodifirenze.com/2002/11/15/15-novembre-2002-consegna-perizia-di-massimo-introvigne/
24 Si veda per un approfondimento l’articolo “Santo Giovanni” di Jacopo Cioni e dr. parker del 25 ottobre 2024 disponibile qui: https://doctor-parker.blogspot.com/p/dr.html
25 Per un approfondimento è possibile consultare la recensione dell’opera contenuta nell’articolo di dr. parker del 9 agosto 2024 intitolato “Italia misteriosa di Giorgio Medail” disponibile qui: https://doctor-parker.blogspot.com/p/dr.html
26 Etrusca disciplina è considerato l’insieme noto del sistema religioso e divinatorio sviluppato dagli Etruschi, tramandato fino a noi grazie ai Romani.
27 Articolo di Jacopo Cioni e dr. parker “Santo Giovanni” del 25 ottobre 2024 è disponibile qui: https://doctor-parker.blogspot.com/p/dr.html
28 Si veda l’articolo “Un’antica strada che si inerpica nel bosco degli Scopeti” di Antonio Taddei, WeChianti, 5 maggio 2016 disponibile qui: https://www.wechianti.com/2016/05/05/unantica-strada-si-inerpica-nel-bosco-degli-scopeti/
29 Voltumna, una delle principali divinità etrusche, era il dio della fertilità, della natura e dei cicli vitali. Simbolo della vita e della morte, Voltumna era anche considerato un dio mutaforma, capace di assumere diversi aspetti, rappresentando così il mistero e la versatilità della natura.
30 Veltha, divinità etrusca della fertilità, della natura e della guerra, rappresentava i cicli di vita e morte e la prosperità della terra
31 Madame Helena Petrovna Blavatsky (1831–1891) è stata una mistica, filosofa ed esoterista russa, cofondatrice della Società Teosofica.
32 L’articolo “Nocturnus voces” di dr. parker è disponibile al seguente link: https://doctor-parker.blogspot.com/p/dr.html
33 La loggia perugina Guardabassi sarebbe stata guidata per molti anni dal Maestro Venerabile Augusto De Megni, già Sovrano Gran Commendatore del Supremo Consiglio del 33esimo e Ultimo Grado. De Megni si trovò poi al centro di alcune accuse di usura, per le quali, in un caso, il pm Paolo Micheli richiese una condanna a 1 anno e 8 mesi, ma venne assolto. Si riporta inoltre che Giorgio Almirante avrebbe chiesto a De Megni un prestito per salvare il partito del MSI.
34 Ricerca disponibile al seguente link: https://www.mostrodifirenze.com/2022/11/04/4-novembre-2022-stampa-il-quotidiano-ditalia-mostro-di-firenze-estremismo-nero-ed-ordini-neotemplari/
Mentre leggevo l’articolo mi è apparso un flash in cui mi si dice di contattare l’editore. Motivo? Grazie
Perché, probabilmente ha tentato di selezionare il testo per fare un copia e incolla.