Mostro Firenze, famiglia francese: “No alla riesumazione, no abbiamo più fiducia”

I familiari dell’ultima vittima del Mostro di Firenze dicono basta alle indagini e alla riesumazione dei cadaveri

I familiari di Jean Michel Kraveichvili, ultima vittima del Mostro di Firenze, dicono basta alle indagini e alla riesumazione dei cadaveri. La coppia, fu freddata nel settembre 1985, si trovavano in una tenda da campeggio in località Scopeti quando l’assassino li uccise. Adesso, dopo molti anni di indagini, i parenti hanno abbandonato ogni speranza di poter conoscere l’identità del killer. Lo spiegano con una lettera affidata al loro avvocato, Vieri Adriani, ponte in questi anni tra l’Italia e la Francia durante processi e ricerche, come riferiscono oggi l’edizione fiorentina de “la Repubblica” e “la Nazione“. “La famiglia è stata così spesso delusa dalle risposte della Procura di Firenze alle sue legittime domande – criticano i parenti di Kraveichvili – che ora sembra sterile e stravagante aspettarsi qualcosa di decisivo”.

Nei mesi scorsi proprio Adriani, precisa l’Adnkronos, aveva aperto una nuova pista investigativa. Dopo il ritrovamento di tracce di dna sconosciute, con alcune concordanze sui proiettili usati dal Mostro, aveva ipotizzato di riesumare il corpo del giovane francese, morto a 25 anni, a caccia di nuovi elementi genetici per avere spunti sull’identità dell’assassino. “Dopo averci riflettuto a lungo, la famiglia – spiegano -ha deciso di declinare la proposta rivolta dal loro avvocato. Le delusioni fino a quel momento erano state troppo grandi, i disinganni e le battute d’arresto troppo numerose, perché la famiglia potesse sperare ancora una volta nella giustizia fiorentina, che non ritiene più in grado, e neppure decisa, nel cercare la verità sull’identità dell’assassino del loro caro”.

Nonostante un’inchiesta mai chiusa, e che nel tempo ha visto in campo diversi pm, investigatori e consulenti tecnici di ogni tipo, i parenti accusano però di “inidoneità” le autorità giudiziarie toscane. E portano alcuni esempi dal loro punto di vista: oggetti smarriti (17 foto del viaggio della coppia in Italia e il calco delle impronte di anfibi sulla scena del crimine), mancate comunicazioni all’avvocato, distruzione di cartucce (appartenevano all’indagato Vigilanti) prima dello svolgimento di esami. “Questi sono solo alcuni esempi dei torti subiti, delle ripetute delusioni sopportate fino alla stanchezza” scrive la famiglia, spiegando che per questo motivo “non ha acconsentito che i resti mortali del loro congiunto venissero disturbati, che la sua vita venisse nuovamente stravolta, per poi trovarsi di fronte a nuove prove dell’incapacità e, senza dubbio, della non volontà dell’istituzione giudiziaria fiorentina di fare luce sui delitti”. I parenti affermano che non hanno “più nulla da aspettarsi dal sistema giudiziario fiorentino”. L’avvocato Adriani, che negli ultimi anni si è spesso battuto nella speranza di una svolta, lamenta che non sarebbero stati rispettati alcuni principi costituzionali durante nelle modalità di indagine. 

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5 Dicembre 2024 Stampa: Firenze Today – Mostro Firenze, famiglia francese: “No alla riesumazione, no abbiamo più fiducia”
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