Mostro di Firenze, il nipote di Mario Vanni chiede la revisione del processo: i dubbi sul racconto di Lotti

Il nipote di Mario Vanni chiede la revisione del processo sul Mostro di Firenze: dubbi su Lotti e nuove prove per rivelare l’innocenza

Giorgia Bonamoneta

Il nipote di Mario Vanni, condannato all’ergastolo come “compagno di merende”, chiede la revisione del processo sul Mostro di Firenze. Gli avvocati sostengono che Giancarlo Lotti avrebbe mentito. Nuove prove, tra cui studi scientifici, puntano a dimostrare l’innocenza di Vanni e l’ipotesi di un unico serial killer mai identificato.

  • Chiesta revisione del processo mostro di Firenze
  • La credibilità di Lotti
  • Ipotesi unico serial killer

Chiesta revisione del processo mostro di Firenze

Venerdì 24 gennaio sono stati consegnati i faldoni delle nuove prove acquisite in merito ai fatti noti come “il caso del Mostro di Firenze”. Gli avvocati Walter Biscotti e Antonio Mazzeo, che assistono Paolo Vanni, nipote del postino di San Casciano, chiedono di rivedere il processo.

Secondo quanto affermato da Vanni e dai suoi avvocati, Mario Vanni sarebbe stato condannato all’ergastolo da innocente.

Per provare l’innocenza dell’ottantunenne, morto nel 2008, sarebbero state portate diverse informazioni con l’obiettivo di dimostrare la falsità delle dichiarazioni di Giancarlo Lotti.

La credibilità di Lotti

I faldoni provano ad attaccare l’attendibilità di Giancarlo Lotti, che ammise i delitti insieme ai “compagni di merende” Mario Vanni e Pietro Pacciani. Secondo le prove raccolte, però, l’orario del decesso in un caso e l’impossibilità di essere sul posto dell’omicidio in un altro minerebbero il processo a Mario Vanni.

Il primo delitto sottoposto a nuove indagini è quello degli Scopeti, a San Casciano. Nuovi studi da parte di due entomologi, Fabiola Giusti e Stefano Vanin, dimostrerebbero che l’ora del decesso non corrisponde a quanto noto. “È stato dimostrato – sottolinea Mazzeo – che l’effetto serra causato dalla tenda non ci sarebbe. La temperatura sarebbe aumentata solo di un grado, quindi non avrebbe influito sulla decomposizione del cadavere di Nadine”.

Il secondo dubbio riguarda il duplice omicidio di Vicchio. In questo caso Vanni, Pacciani e Lotti non si sarebbero trovati sul luogo del delitto. Secondo i faldoni, si sarebbero trovati a circa 70 km di distanza durante la finestra temporale dell’omicidio.

Ipotesi unico serial killer

Non ci sono piste alternative nei faldoni, e la revisione del processo punterebbe solo a dimostrare che Lotti, al momento della confessione, avrebbe mentito.

Secondo i legali della famiglia Vanni, l’omicida va ricercato comunque tra i tanti nomi presenti nelle carte del vecchio processo, ma dietro il Mostro di Firenze ci sarebbe solo una mano.

Dichiarano che i delitti potrebbero essere stati commessi da una persona forse mai sospettata, ma che avrebbe goduto di aiuti e depistaggi da parte di chi indagava proprio negli anni ’80. Si attende l’esito dell’udienza a porte chiuse, che deciderà se ritenere ammissibile o meno la richiesta di riapertura. Se così fosse, si potrebbe tornare in aula per un nuovo processo sul Mostro di Firenze.

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24 Gennaio 2025 Stampa: Virgilio – Mostro di Firenze, il nipote di Mario Vanni chiede la revisione del processo: i dubbi sul racconto di Lotti
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