Mostro di Firenze, nuova svolta
I legali di un nipote di Mario Vanni, “compagno di merende” di Pietro Pacciani, chiedono di riaprire il processo sulla base di uno studio di entomologia. In pratica, gli insetti trovati sui corpi delle due ultime vittime ne retrodatano la morte. Tutto da rifare?
Luciano Garofano
L’assassinio di Nadine Mauriot, una donna francese di 36 anni, e Jean-Michel Kraveichvili, un ragazzo di 25 anni di origine georgiana, entrambi provenienti da Audincourt in Francia, secondo quanto stabilito dagli inquirenti di allora, avvenne nel corso della serata dell’8 settembre 1985 nei pressi di Firenze, nelle colline intorno alla località di Scopeti, dove la coppia si era accampata. I corpi senza vita della coppia furono trovati nel pomeriggio successivo da un cercatore di funghi. Entrambi erano stati colpiti da numerosi colpi d’arma da fuoco calibro 22 e Nadine, inoltre, era stata anche oggetto di una brutale mutilazione al pube e al seno sinistro.
I CONDANNATI SONO MORTI
Quello degli Scopeti è da considerarsi l’ultimo duplice omicidio riconducibile al cosiddetto “Mostro di Firenze”, identificabile in un gruppo di persone poi definiti “i compagni di merende”. Ne facevano parte Piero Pacciani, assolto in Appello e deceduto nel febbraio 1998; Giancarlo Lotti, supertestimone della vicenda, ma anche autore di alcuni degli omicidi precedenti, condannato a 26 anni di reclusione e deceduto il 30 marzo del 2002; Mario Vanni, riconosciuto colpevole per quattro degli omicidi attribuibili al “Mostro”, condannato all’ergastolo e poi deceduto nel 2009.
Nonostante le condanne e le sentenze definitive, spesso contrastanti tra loro, sono rimasti molti dubbi sulle reali motivazioni e sull’identità reale dei colpevoli. Il caso è tuttora uno dei più misteriosi eventi criminali della cronaca giudiziaria italiana ma ha registrato, nei giorni scorsi, l’ennesimo colpo di scena.
Qualche giorno fa, infatti, i legali di Paolo Vanni, nipote di Mario, l’ex postino di San Casciano, hanno presentato alla Corte di Appello di Genova una motivata istanza di revisione del processo allegando alla richiesta una consulenza che anticiperebbe la data in cui fu compiuto l’omicidio della coppia francese, così sconfessando le dichiarazioni di Lotti. Si tratta di un approfondito studio di entomologia forense che utilizza gli insetti per stimare l’epoca della morte di una persona. Gli insetti, in particolare mosche e coleotteri, sono spesso i primi a raggiungere un corpo in decomposizione e il loro ciclo di vita può fornire indizi preziosi per le indagini. Analizzando il tipo di insetti presenti, il loro stadio di sviluppo (uovo, larva, pupa e adulto) e altri fattori, gli entomologi forensi possono ottenere informazioni decisive sulla tempistica della morte. La sequenza di colonizzazione degli insetti, infatti, varia in base a fattori esterni come la temperatura, l’umidità e le condizioni ambientali, il che consente di fornire una stima più precisa dell’epoca della morte.
VACILLA LA RICOSTRUZIONE DEI FATTI
Già in passato, in relazione a una precedente richiesta di revisione, il professor Francesco Introna, ordinario di medicina legale presso l’Università di Bari e uno dei più grandi esperti di entomologia forense, aveva notato la presenza sul cadavere di Nadine di una larva di Calliphora Erythrocephala (un specie di moscone assai comune), incompatibile con la data del 8 settembre. Oggi, però, un nuovo studio eseguito dal professor Stefano Vanin dell’Università di Genova e dalla dottoressa Fabiola Giusti di Firenze, conferma e rafforza l’ipotesi avanzata da Introna. Attraverso un meticoloso esame della documentazione fotografica eseguita allora nel corso del sopralluogo e dell’autopsia delle vittime e una mirata sperimentazione sulla tenda, gli esperti concludono di aver individuato su Nadine uno stadio larvale avanzato congiuntamente alla presenza di due esemplari di coleotteri che dimostrano che la colonizzazione degli insetti ha avuto inizio la mattina del sabato. L’omicidio della coppia francese, pertanto, sarebbe avvenuto nella notte tra il 6 ed il 7 settembre, il che farebbe crollare la ricostruzione proposta da Lotti e con essa l’attendibilità dell’impianto accusatorio e le sentenze emesse dai giudici.