Da Genova le nuove verità sui delitti del Mostro di Firenze: intervista all’entomologo Vanin
Uno studio sulle larve di mosca al centro del dossier per la riapertura del caso, che sarà discusso a maggio in tribunale
di Simone Gorla, montaggio di Niroshan Tomatis
Eentomologia, il ramo della biologia che si occupa dello studio degli insetti, potrebbe riscrivere la storia del “mostro di Firenze”. Dal microscopio di un professore dell’Università di Genova, Stefano Vanin, arriva una nuova ricostruzione di uno degli otto duplici omicidi attribuiti ai “compagni di merende”.
Lo studio è al centro del dossier presentato dai legali del nipote di Mario Vanni, morto nel 2008 dopo essere stato condannato all’ergastolo per 4 degli omicidi del mostro. Le nuove indagini mettono in dubbio l’attendibilità di Giancarlo Lotti, che ammise i delitti indicando come complici Vanni e Pietro Pacciani. Il suo racconto non sarebbe attendibile. In un caso, quello degli Scopeti, a San Casciano, non corrisponderebbe l’ora del decesso delle vittime. Ed è qui che sarebbe decisivo lo studio sulle larve di mosca del professor Vanin e della dottoressa Fabiola Giusti dell’Università di Siena. “All’epoca non c’era un utilizzo così comune di questa disciplina, i campioni non erano stati prelevati. Tuttavia erano state fatte fotografie – spiega Vanin – siamo arrivati a delle conclusioni che spostano al giorno prima il momento della colonizzazione del cadavere. L’ipotesi più probabile è che la morte non sia avvenuta la notte precedente al ritrovamento, ma due notti prima e questo gli insetti lo dicono in maniera chiara”. L’udienza per discutere la riapertura del caso è stata fissata al 9 maggio, davanti alla corte d’appello di Genova.