Un caso ancora aperto
Il 30 Luglio 1984 rilascia testimonianza Pietro Becherini. L’anno 1984 addì 30 del mese di luglio, all’Ufficio della Stazione Carabinieri di Vicchio, alle ore 7.00 del mattino. Avanti a noi è presente il nominato in rubrica il quale sentito in
Questa testimonianza giunge agli albori della cronaca per un’intervista fatta dal giornalista Francesco Pini ai microfoni di Lady Radio il giorno 6 febbraio 2015. Il giornalista intervista una persona che parlando con una voce alterata viene indicato con il nome
Il 17 luglio 1984 Francesco Narducci rinnova la validità del passaporto. Vedi l’informativa: 29 giugno 2004 Informativa stato indagini Perugia Pag.17
Il confronto fra Stefano Mele, Giovanni Mele e Piero Mucciarini non apportavano alcun reale nuovo contributo. E si risolvevano, tra l’altro, in pretesi riconoscimenti di meriti acquisiti da ciascuno degli accusati verso il congiunto e, reciprocamente, in accuse da parte
“se io mi sono interessato di Piero Mucciarini, è stato soltanto perché mia sorella che ora è morta, me lo ha chiesto“. Estratto dalla sentenza Rotella.
Il 24 marzo 1984 durante la sua testimonianza Maria Mele afferma che suo padre Palmerio Mele e la nuora Barbara Locci erano arrivati a vie di fatto tanto che la Locci aveva picchiato il vecchio Palmerio tre volte. Estratto dalla Sentenza Rotella.
Il 7 marzo del 1984 il Sig. Martelli Martino proprietario di Villa La Sfacciata cita in giudizio Rolf Reinecke per morosità nel pagamento dei canoni di locazione per l’appartamento di via di Giogoli 4/6 per una cifra di 40 milioni
Il 5 marzo 1984 Maria Mele viene sentita e dichiara: “Piero disse a Stefano: Deciditi a dire la verità. Lo vedi, hanno interrogato anche me. Se tu non dici la verità mi mettono in carcere e la mia figliola rimane orfana
Il 30 Marzo 1984 Filippa Nicoletti, per il giorno del compleanno di Salvatore Indovino, lascia definitivamente l’abitazione di via Faltignano. Torna comunque a trovare Salvatore Indovino spesso. Vedi: testimonianza Filippa Nicoletti 23 Aprile 1996
Interrogato Piero Mucciarini affermava che secondo lui Giovanni Mele cercava di affibbiargli colpe non sue mettendo in testa a Stefano Mele certe idee e il biglietto ritrovato (16 gennaio 1984) dove era scritto “zio Pieto” era un chiaro intento di