Un caso ancora aperto
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Alle 7.30 di domenica mattina un contadino di nome Pietro Landi, residente poco distante, si reca presso la vigna chiamata “Le Fontanine” per sistemare dei pali. Si tratta della piazzola detta “Le Fontanine” sita nella frazione Rabatta di Borgo San
A casa Pettini sono già preoccupati per la figlia, data l’ora tarda, e la preoccupazione della madre di Stefania, Bruna Bonini, diventa pressante tanto che alle 3.00 decide di svegliare un parente, Gino Ghini (nel verbale è indicato Gino Ghini,
Il sabato 14 settembre 1974 Pasquale Gentilcore, circa alle 20.30, alla guida della 127 blu presa in prestito dal padre, accompagna sua sorella Maria Cristina Gentilcore alla discoteca Teen Club di Borgo San Lorenzo. Fissa con lei di tornare a prenderla verso
Il titolare della scuola guida dove Stefania Pettini prendeva lezioni di guida per conseguire la patente raccontò ai carabinieri un episodio relativo ad una lezione di guida avuta dalla ragazza il venerdì 13 in serata. In pratica l’insegnate ebbe la
Pasquale Gentilcore il 13 settembre 1974 era stato presso un mago/guaritore di nome Bruno Mocali. Pasquale aveva accusato problemi di fegato, questa la versione ufficiale, ed era stato dal Mocali per farsi prescrivere un rimedio. Il Mocali dopo l’omicidio della giovane
Il fascicolo del delitto Barbara Locci – Antonio Lo Bianco del 1968, per cui è stato condannato Stefano Mele, viene restituito alla Cancelleria della Corte d’Assise di Firenze, (Sembra quasi uno scherzo, leggendo la data). Come vedremo in seguito al
La Corte di Assise di Perugia sentenziò una nuova riforma della sentenza contro Stefano Mele del 4 marzo 1971 riducendo la pena ad un totale di tredici anni di carcere ma confermando le pene accessorie previste dalla precedente sentenza. Questa
La Corte di Cassazione accogliendo il ricorso di Stefano Mele annullò la sentenza della Corte di Assise di Appello di Firenze del 4 marzo 1971 rinviando quindi ad un nuovo giudizio presso la Corte di Assise di Appello di Perugia.
La Corte di Assise di Appello di Firenze modificò parzialmente la sentenza del 25 marzo 1970 contro Stefano Mele, appello ottenuto in seguito al ricorso dei suoi difensori dell’11 giugno 1970. La Corte sentenziò l’annullamento delle contravvenzioni contestategli in quanto