Un caso ancora aperto
Il 18 settembre 1985 Stefano Mele fu nuovamente interrogato dal Giudice Istruttore Mario Rotella e dal PM Adolfo Izzo. Sostanzialmente confermò quanto riferito nell’interrogatorio del 12 giugno 1985. Confermò le accuse sul fratello Giovanni Mele e su Salvatore Vinci ma
Il 9 settembre 1985 Salvatore Vinci viene sentito a sommarie informazioni testimoniali in merito a come ha trascorso i giorni precedenti. Dichiara che: Il venerdì 6 settembre 1985 non è uscito di casa, così dicasi per il mattino del giorno
Esattamente 8 giorni dopo l’interrogatorio del 4 giugno 1985 Stefano Mele chiese di essere di nuovo interrogato. Il PM Adolfo Izzo e il GI Mario Rotella organizzarono l’incontro e durante questo Stefano Male fornì diversi chiarimenti rispetto all’omicidio del 1968
Il 10 (giorno fittizio) giugno 1985 a seguito della nota informativa riguardante Stefano Paoli del 16 ottobre 1984 lo stesso Paoli fu sottoposto ad una perquisizione e rilasciò una testimonianza. Il tutto fu riportato in una nota della PG del
Il 4 giugno 1985 Stefano Mele fu nuovamente ascoltato e confermò tutto quanto detto nell’interrogatorio del 30 maggio 1985. Aggiunse che la moglie cominciò a concedersi ad altri uomini già nel primo anno di matrimonio e che il primo fu
Il 30 Maggio 1985 il Giudice Istruttore Mario Rotella il PM Adolfo Izzo e il Colonnello Nunziato Torrisi si recano presso la Stazione dei CC di Alberedo d’Adige in provincia di Verona per interrogare nuovamente Stefano Mele che risulta imputato
L’8 agosto 1984 Salvatore Vinci viene interrogato in relazione alla perquisizione avvenuta il 30 luglio 1984. Sostanzialmente il Vinci conferma la prima dichiarazione rilasciata in data 30 luglio 1984, ma omette di riferire gli orari. Il Vinci a specifica domanda
Il 2 agosto 1984, dopo il duplice delitto di Vicchio, viene sentino nuovamente Stefano Mele che dice, in un primo momento, di essere rimasto a casa la sera del delitto di Signa perché malato. Ma poi ammette di aver riferito, e
Il 30 agosto 1984 subito dopo la perquisizione della sua casa Salvatore Vinci fu condotto in caserma per essere interrogato. Richiestogli un alibi per la sera precedente il Vinci disse che alle 17.00 aveva compiuto un intervento in via Costantino
“se io mi sono interessato di Piero Mucciarini, è stato soltanto perché mia sorella che ora è morta, me lo ha chiesto“. Estratto dalla sentenza Rotella.